giovedì 31 luglio 2014

Body Mass Index: il calcolo per sapere se sei in forma

Body Mass Index: il calcolo 
per sapere se sei in forma



Ecco a cosa serve e come funziona

Un semplice calcolo che serve per capire se si è in peso forma (ovvero se si rientra nella fascia dei normopeso), oppure se si è troppo magri (sottopeso) o, al contrario, se si èsovrappeso obesi: è il Body mass index o Bmi (in italiano Indice di massa corporea o Imc), un metodo di misurazione della propria forma fisica che può essere calcolato in modo "casalingo", con una semplice calcolatrice alla mano e senza dover far ricorso a strumentazioni specifiche. 

 

Il Bmi si calcola dividendo il proprio peso corporeo (espresso in chilogrammi) per il quadrato dell'altezza (espressa in metri). In una persona che è alta 1,68 metri e pesa 60 kg il BMI sarà dunque 21,27. Ecco come si calcola: 

 

1,68 x 1,68 = 2,82 (quadrato dell'altezza espressa in metri)

 

60: 2,82 = 21,27 (peso corporeo espresso in kg diviso il quadrato dell'altezza espressa in metri)

 

Il calcolo del Bmi, pur essendo affidabile, non è certo un metodo di misurazione infallibile. Due in particolare sono i difetti legati a questo tipo di calcolo secondo alcuni esperti nel settore: 1) non tiene conto a dovere della presenza del grasso corporeo, sottovalutando la quantità di grasso corporeo nelle persone obese o sovrappeso e sopravvalutandola nei soggetti magre e/o muscolosi; 2) non tiene conto di altri fattori, molto importanti nel calcolo del peso ideale, come la densità ossea e l'età del soggetto.


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Diete, anche le prugne secche aiutano a dimagrire

Diete, anche 
le prugne secche 
aiutano a dimagrire



Favoriscono la perdita di peso e il senso di sazietà

Spesso accusata di rischiare di compromettere le diete dimagranti, la frutta essiccata può in realtà essere un prezioso alleato del dimagrimento, o almeno sembra essere proprio questo il caso delle prugne secche, che secondo uno studio di cui si è parlato al 21mo Congresso Europeo sull'Obesità possono addirittura favorire la perdita di peso. Presentato da Jason Halford e Jo Harrold, esperti del Dipartimento di Scienze Psicologiche dell'Università di Liverpool, nel Regno Unito, questo nuovo studio ha infatti dimostrato che il consumo quotidiano di circa un etto e mezzo di prugne secche è associato a un dimagrimento più significativo e a un aumento del senso di sazietà che, ha sottolineato Halford, “può essere un sentore di effetti più a lungo termine delle prugne e della frutta secca sull’appetito”.

 

Le ricerche di Halford e Harrold hanno coinvolto 74 donne e 26 uomini di età media pari a 43 anni, tutti i sovrappeso o obesi e abituati a un'alimentazione a basso contenuto di fibre, che hanno dovuto seguire per 12 settimane una dieta. A un gruppo di partecipanti sono stati forniti consigli su spuntini sani, mentre ad un altro è stato indicato di magiare tutti i giorni delle prugne secche. In particolare, alle donne è stato indicato di consumarne 140 grammi al giorno, mentre gli uomini ne hanno dovuti mangiare tutti i giorni 171 grammi. E' stato così scoperto che il consumo di prugne secche permette di ridurre significativamente il peso, consentendo una perdita media di 2 chili e di 2,5 cm di girovita. Le differenze nei livelli di perdita di peso fra i due gruppi sono risultate particolarmente significative – con una tendenza a dimagrire di più fra chi stava assumendo prugne secche – nelle ultime 4 settimane di dieta, ma già dopo le prime 8 settimane è stato riscontrato un maggiore senso di sazietà fra i partecipanti che stavano mangiando quotidianamente prugne. Infine, nonostante le grandi quantità di prugne consumate e nonostante i partecipanti non fossero abituati a mangiare molte fibre non sono stati osservati effetti collaterali.

 

"Questi risultati dimostrano che il consumo di quantità significative di prugne secche ogni giorno come parte di una dieta sana ed equilibrata non porti ad aumento di peso – commenta la nutrizionista Evelina Flachi – Inoltre, dimostrano come il consumo di frutta secca non debba essere sconsigliato nell’ambito di una dieta sana e uno stile di vita attivo”. Secondo l'esperta è probabile che questa raccomandazione affondi le sue radici nella convinzione che le prugne secche contengano più carboidrati rispetto alle prugne fresche. “In realtà – spiega Flachi – per ciascuna porzione, gli zuccheri sono gli stessi, dal momento che una prugna secca altro non è che una prugna fresca parzialmente disidratata”.

 

“I consumi di frutta e verdura sono spesso al di sotto dei livelli giornalieri raccomandati – conclude la nutrizionista – e dunque l’aggiunta di frutta secca nell’alimentazione potrebbe essere parte della soluzione a questa carenza”.

mercoledì 30 luglio 2014

SIETE INTOLLERANTI AL GLUTINE?

SIETE INTOLLERANTI AL GLUTINE?

Sempre più spesso troviamo nei negozi prodotti senza glutine.
Credo che sia una bella comodità per le persone celiache, perchè quando si è intolleranti al glutine e vengono assunti cibi che lo contengono si genera un’infiammazione nell’organismo, specialmente nell’intestino.

I villi intestinali vengono danneggiati e i nutrienti non vengono più assorbiti in modo corretto, con conseguente carenza di vitamine e minerali.
Sembra che moltissime persone siano intolleranti al glutine senza saperlo: se avete mal di testa, gonfiore addominale, stanchezza, mal di stomaco, dolori articolari, insonnia, depressione e altri disturbi la causa potrebbe essere il glutine.

Mark Hyman, esperto in metabolismo e alimentazione e autore di numerosi libri, durante il Dr. Oz Show ha suggerito un test per vedere se si è intolleranti: per due settimane eliminare tutti i cibi che contengono glutine (per esempio prodotti a base di cereali come grano, orzo, farro e segale).
Attenzione però, perche’ il glutine si trova anche in cibi trattati, salse o altri alimenti che contengo additivi, esaltatori di sapidità e addensanti.
Potete sostituire i cereali del mattino e il pane con patate dolci e/o uova oppure un frullato con proteine di soia o riso in polvere, yogurt e noci.
Delle buone alternative per pranzo e cena possono essere riso integrale, pesce, pollo, quinoa, amaranto, patate arrosto, olive, popcorn, broccoli, carote, insalata ecc.
Dopo le due settimane senza glutine reinserite degli alimenti che lo contengano e se i disturbi si ripresentano può trattarsi di un’intolleranza.
In questo caso fate degli esami del sangue più approfonditi (c’è un test specifico).

Molte persone consumano i prodotti senza glutine, pensando che sia buono per l’organismo, ma ai fini di perdita di peso questi prodotti non sono indicati.
Il glutine è la parte proteica del cereale e togliendo le proteine rimarrà una quantità maggiore di carboidrati, che si trasformano in zuccheri più facilmente, specialmente se si tratta di cibi raffinati.



While restrictive in some aspects, a gluten-free diet doesn’t have to be all about deprivation. This diet plan makes going gluten-free easy.

It’s a surprising statistic, but a study found that 81% of people suffering from celiac disease (gluten intolerance) who followed a gluten-free diet gained weight. That’s because there is a common misconception that anything labeled "gluten-free" must be good for you.


There is a way to go gluten-free naturally with a diet rich in whole and unprocessed foods, vegetables and lean cuts of protein, as listed in this diet plan, complete with recipes.
Many processed gluten-free foods and gluten-free junk foods not only contain almost twice the calories as their traditional counterparts, but they can also be double the price. In addition, processed gluten-free foods are lower in fiber, so you won’t stay full as long, and many people who follow a gluten-free diet are missing out on the benefits of good carbohydrates like brown rice, fruits or beans, which all help to regulate blood sugar.

 

Day 1

Breakfast: Sweet Potato Hash with Eggs

Snack: 1 Piece of Fruit and Indian Spiced Cashews

Lunch: Asian Bean Salad with Tahini Dressing

Snack: Roasted Tomato and Garlic Spread

Dinner: Grilled Shrimp Brochettes and Quinoa Timbales with Roasted Peppers and Herbs


Day 2

Breakfast: UltraShake

Snack: 1 Piece of Fruit Plus UltraMind Road Mix

Lunch: White Beans on a Bed of Greens

Snack: Olive Tapenade and Raw Vegetables

Dinner: Wild Salmon with Rosemary Sweet Potatoes and Lemon Asparagus


Day 3

Breakfast: Apple Walnut Amaranth

Snack: 1 Piece of Fruit Plus Brazil Nut Bars

Lunch: Quinoa and Garbanzo Bean Salad

Snack: Artichoke Antipasto and Raw Veggies

Dinner: Moroccan Chicken with Cauliflower and Cashews


Day 4

Breakfast: Breakfast Burrito

Snack: 1 Piece of Fruit and Indian Spiced Cashews

Lunch: Roast Turkey Breast and Avocado Cream on a Bed of Greens

Snack: Lemony Hummus with Raw Veggies

Dinner: Coconut Dal with Steamed Broccoli and Brown Rice


Day 5

Breakfast: Peach Quinoa with Flax and Nuts

Snack: 1 Piece of Fruit Plus Anytime Snack Mix

Lunch: Curried Waldorf Salad

Snack: Tahini with Flax Crackers

Dinner: Sesame-Crusted Sole with Baby Bok Choy and Wild Rice


Day 6

Breakfast: Hot Brown Rice, Nuts and Flax

Snack: 1 Piece of Fruit Plus UltraMind Road Mix

Lunch: Tarragon Chicken Salad

Snack: Avocado with Lemon

Dinner: Ratatouille


Day 7

Breakfast: Ratatouille Omelet

Snack: 1 Piece of Fruit Plus Brazil Nut Bars

Lunch: Lentil Salad

Snack: Dark Chocolate or Cocoa Nibs

Dinner: Balsamic-Marinated Tofu with Herbs and Sautéed Spinach



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Circuito di base Calisthenics

Il Circuito di base Calisthenics

Prima di tutto diamo una breve letta a cos'è il Calisthenics http://passioneperlosport.blogspot.it/2014/02/calisthenics.html

ed ora cominciamo.



Obiettivo eseguire questa serie di esercizi 3 volte. Eseguire ogni esercizio per 60 secondi o fino a quando si riesce (cedimento muscolare) prima di passare all'esercizio successivo.
 
Total Workout con peso corporeo
 
Jumping Jack - un buon esercizio di riscaldamento sul posto (se avete una corda per saltare, allora potete fare con questa).
 
Squat - stare con i piedi alla larghezza delle spalle con le punte dei piedi leggermente aperte e poi abbassarsi fino a voler toccare con i glutei il pavimento per poi rialzarsi di nuovo. Siate lenti nella discesa e veloci in salita, eseguitelo per 60 secondi senza fermarvi.
 
Calf-raise - Il miglior esercizio per tonificare i muscoli del polpaccio un aiuto per la corsa e altre attività. Afferratevi ad un supporto con piedi uniti e rivolti in avanti e alzatevi sulle punte dei piedi. Per aumentare il range di movimento mettetevi su un gradino in modo che i talloni possono allungarsi ulteriormente verso il basso. 60 sec.
 
Push up – I push up sono un ottimo esercizio per il torace, spalle, schiena e addome. Se non riuscite a farlo per il tempo previsto, potete continuare appoggiando le ginocchia a terra. Obiettivo di completare il maggior numero possibile in 60 secondi.
 
Crunch – I Sit up se effettuati con una una scarsa tecnica mettono troppa pressione sulla schiena e le persone tendono a forzare la testa dal collo che fa male alla colonna vertebrale, quindi meglio i crunch. Eseguire i Crunch da sdraiati sulla schiena, sollevare le ginocchia in modo che siano al di sopra dei fianchi e poi con le mani o incrociate sul petto o sfiorando le tempie eseguire un "crunch" lento e costante senza rilassare i muscoli ma cercando di tenderli come un elastico.
 
Back Extensions - Questi esercizi aiutano realmente e sono complementari con i crunch e push up in quanto rafforzano la parte bassa della schiena e dell'addome. Sdraiatevi a pancia in giù e con le mani e le braccia dritte sollevatele insieme al busto dal pavimento e tenete la posizione per qualche secondo prima di tornare lentamente.
 
Esercizi Extra - Alcune attrezzature necessarie
 
Tutti gli esercizi di cui sopra richiedono solo un po' di spazio per sdraiarsi. Questi esercizi aggiuntivi richiedono alcune attrezzi, idealmente una dips bar e una bar pull up, ma è possibile improvvisare.
 
Dip – Le Dip sono un ottimo esercizio per la schiena, spalle e braccia (tricipiti). Si prende possesso di due barre parallele e poi sostenete il vostro peso solo con le braccia, facendo in modo di piegare le braccia per poi risollevarle di nuovo. Trovare due barre parallele (e robuste) non è facile, così a casa è possibile eseguire questi esercizi alternativi:
 
Dips su Sedia - anziché contenere barre a ogni lato afferrare la parte anteriore di una sedia con i palmi delle mani sulla sedia e le dita che afferrano il bordo. Poi abbassare il corpo verso terra e sollevare di nuovo. La sedia deve essere robusta e stabile, non provate con una sedia di plastica o leggera. Fate attenzione alla stabilità della sedia prima di effettuare questo esercizio. Per una maggiore pressione, appoggiate la parte post. dei talloni su una terza sedia posizionata avanti a voi.
 
Pull Up – I Pull up sono probabilmente i migliori esercizi per la schiena. Tutto ciò che serve è una barra alta parallela al pavimento, ma deve essere molto forte per sorreggere tranquillamente il vostro peso. Potrebbe essere necessario fare un pull up assistito che consiste nel poggiare i piedi su una sedia in modo da non sollevre l'intero peso corporeo.
 
Pull up modificati - Si tratta di un grande esercizio di partenza in quanto consentono di prepararsi e rinforzarsi prima di eseguire l'esercizio Pull Up se non si dispone della forza di sollevare il peso corporeo totale. Viene fatto da sdraiato sotto una barra bassa. Dovreste essere in grado di raggiungere la barra mentre si è sdraiati. Poi, con il corpo tenuto dritto iniziate a tirare facendo toccare il petto alla barra, tuto il corpo deve rimanere in una posizione dritta e rigida. Piegare le ginocchia rende l'esercizio più facile.
 
Questo allenamento di ginnastica ritmica di base può essere fatto ovunque - a casa, in albergo o in vacanza, in un parco o anche in palestra. La maggior parte delle palestre hanno una zona tappeto dove è possibile eseguire ginnastica ritmica.
 
Fate questo allenamento 2 o 3 volte a settimana e ripetere il circuito un paio di volte in modo da allenarsi per circa 30 minuti totali. Fate corsa, nuoto, bicicletta o altro cardio gli altri giorni della settimana, in questo modo, presto scoprirete di essere più forti, più in forma e più magri.


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lunedì 28 luglio 2014

SPEZIE CHE GUARISCONO

Alcuni vegetali sono delle vere e proprie medicine. Approfittiamone.


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venerdì 25 luglio 2014

TESTOSTERONE e STEROIDI ANABOLIZZANTI - Pro e contro - Un pò di chiarezza...con la letteratura scientifica

Tratto e tradotto da "NUTRITION AND ENHANCED SPORTS PERFORMANCE"

CLICCA QUI  PER SCARICARE L'INTERO PDF IN INGLESE

PREMESSA DOVEROSA: questo NON è un incitamento all'uso di sostanze illecite: gli steroidi come pure gli stimolanti ormonali sintetici, FANNO MALE!  Se qualcuno decide di usarli, semplicemente son cavoli suoi!!!  Riporto semplicemente un articolo tratto dal libro a fianco, a puro scopo informativo e divulgativo.

Il termine "ergogenico" deriva dal greco Ergon (lavoro) e Gennan (per la produzione).Ergogenico si riferisce a qualsiasi strategia che migliora la capacità di lavoro.Gli individui impegnati nell'allenamento fisico hanno utilizzato ergogenici sportivi al fine di migliorare prestazioni atletiche o potenziare il fisiologico adeguamenti all'allenamento. Williams [1] ha elencato cinque categorie di ergogenici sportivi: (a) aiuti alimentari; 
(b) aiuti farmacologici; 
(c) aiuti fisiologici; 
(d) aiuti psicologici; e
(e) aiuti meccanici o biomeccanici 
In generale gli ergogenici sportivi nutrizionali sono progettati per migliorare la produzione di energia e/o migliorare la composizione corporea (promuovere la crescita muscolare e diminuire il grasso corporeo). Gli integratori alimentari sono stati altamente commercializzati, e la loro utilizzazione è molto diffusa tra gli atleti e non atleti.
E' stimato che il 40- 88% degli atleti consumano integratori sportivi [2], e negli USA più di 3 milioni di persone usano, o hanno usato, questi aiuti ergogenici [3].
Ergogenici sportivi farmacologici sono diversi tipi di prodotti e comprendono farmaci che migliorano le prestazioni atletiche, di solito come ormoni naturalmente presenti nel corpo umano, ma somministrati ad alte dosi. Sebbene questi farmaci possono essere un efficace ergogenico sportivo, il loro uso può anche presentare rischi per la salute. Il doping è l'uso di farmaci di alcune sostanze naturali nel tentativo di migliorare le prestazioni sportive durante le competizioni. Molti organi di governo hanno sviluppato programmi e politiche antidoping.
L'Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA) è stato istituita nel 1999 come agenzia internazionale indipendente che lavora sulla ricerca scientifica, l'istruzione, lo sviluppo delle capacità anti-doping e il monitoraggio dei programmi antidoping di tutto il mondo. L'elenco delle sostanze vietate sostanze con alcuni esempi è presentata nella tabella 3.1 

Nonostante un gran numero di pubblicazioni scientifiche che hanno investigato sugli effetti fisiologici della nutrizione, integratori e sostanze farmacologiche, molti di questi prodotti sono stati utilizzati senza conoscenza degli effetti sul metabolismo umano dovuti dalla loro somministrazione cronica. Prima dell'utilizzo o all'adozione di un qualsiasi aiuto ergogenico, è importante a prendere in considerazione alcune domande su tale sostanza: è efficace? è sicuro? è legale ed etico?

Testosterone e steroidi anabolizzanti
L'uso di testosterone e affini (AS) è un fenomeno molto diffuso tra gli atleti, dilettanti, e per gran parte della popolazione che ha il desiderio di migliorare il loro aspetto. La popolarità degli AS è anche in relazione alla loro potenza di aumento sia della forza che del muscolo. Anche se non è citato in questo capitolo, gli AS sono ampiamente utilizzati nel recupero da lesioni e di processo catabolico.

La produzione fisiologica di testosterone e relativi effetti collaterali di abuso
Il testosterone è prodotto principalmente nelle cellule di Leydig nei testicoli, con una piccola porzione proveniente dalla corteccia surrenale e dalla conversione periferica di androstenedione.
Il testosterone aumenta la massa muscolare, la forza, diminuisce il grasso corporeo, e, soprattutto, consente periodi di allenamento intensivi . 
Una questione importante da affrontare è: è necessario da assumere durante l'allenamento con i pesi per aumentare massa muscolare? 
La letteratura mostra che il testosterone da solo è in grado di aumentare la massa muscolare. Inoltre, tale aumento sembra essere dose-dipendente, rendendo così il suo uso di estrema importanza nel processo di riabilitazione.
Tuttavia, attraverso casi clinici, AS sono stati associati all'aumento di fattori di rischio cardiovascolare per malattia, alterazioni della funzionalità epatica ed ormonale, e a cambiamenti del comportamento per lo più legati ad una maggiore aggressività.

Testosterone e AS combinati con l'allenamento con i pesi
Gli AS sembrano essere una componente vitale per aumentare la massa del muscolo in presenza di allenamento con i pesi. Per esempio, in un intervento in doppio cieco, manipolazioni di livelli di testosterone attraverso ormone rilasciante la gonadotropina (GnRH) una volta ogni 4 settimane durante le 12 settimane di allenamento con i pesi ha provocato una diminuzione nella massa del muscolo nel gruppo trattato con GnRH. Non c'era, però, nessuna differenza nella forza isometrica estensore del ginocchio tra i gruppi. Sorprendentemente, la soppressione del testosterone non è stata correlata con riduzioni dell'espressione dei geni codificanti per i fattori regolatori MyoD e miogenina (una famiglia di fattori di trascrizione correlati alla differenziazione e proliferazione) nell'mRNA,l'insulina come fattore di crescita (IGF-1), miostatina, e recettori degli androgeni (AR) [4]. Così, i miglioramenti sembrano essere dipendenti dalla dose iniziale di AS e il condizionamento iniziale dei partecipanti. 
Ad esempio, giovani sani che ricevono testosterone enantato (300 mg / settimana) per 6 settimane hanno dimostrato consistenti aumenti di forza. Analogamente, una dose di testosterone sovrafisiologici (600 mg / settimana) per 10 settimane negli uomini addestrati ha prodotto un significativo aumento della forza muscolare e l'area della sezione trasversale del quadricipite [5]. 
Un altro dato importante è che l'uso di AS congiuntamente con l'allenamento di resistenza pesante sembra essere associato con modifiche dell'angolo di pennazione muscolare e che quindi i cambiamenti nella pennazione e la lunghezza del fascicolo possono aver contribuito ai guadagni di forza in tali soggetti .
Le tabelle 3.2 e 3.3 presenta i principali risultati presenti in letteratura per quanto riguarda questi aspetti.



L'uso di testosterone in Powerlifter di alto livello
Powerlifters di alto livello che hanno segnalato l'uso di testosterone per diversi anni (100-500 mg/a sett per un periodo di 9+/- anni) presentano un grado di maggiore ipertrofia muscolare [24,25].
Il testosterone induce l'ipertrofia di entrambi le fibre, tipo I tipo II. Tuttavia, vi sono prove che suggeriscono che la più grande differenza nella dimensione delle fibre muscolari tra utilizzatori di steroidi e non si osserva nelle fibre muscolari di tipo lento [24- 26]. Nelle fibre del trapezio degli utilizzatori di steroidi, l'area delle fibre muscolari di tipo I è il 58% più grande rispetto ai non utilizzatori, mentre l'area di fibre muscolari di tipo II è il 33% più grande rispetto ai non utilizzatori [24]. La stessa tendenza si osserva nel vasto laterale e, in generale, le fibre muscolari di tipo I sono più sensibili agli agenti anabolizzanti rispetto alle fibre del tipo II [27]. Da notare che, è stato stabilito che 300mg e 600mg di testosterone accresce le fibre muscolari di tipo I , mentre le fibre muscolari di tipo II si sono ingrandite solo dopo la somministrazione di 600 mg di testosterone [28]

Sintesi proteica e contenuto mionucleare
L’mRNA può raggiungere diversi distretti della cellula: può essere trascritto in proteina muscolare, ma nel caso della miofibra scheletrica esso è vincolato a muoversi all'interno di un volume specifico. Questo è il concetto chiamato "dominio mionucleare" (Myonuclera Domain). A questo proposito, Kadi et al. [30,31] ha dichiarato che una fibra che si allarga oltre il 36% della sua area aumenta anche il numero di mionuclei per mantenere una proporzione adeguata tra mionuclei e citoplasma. D'altra parte, hanno dichiarato che i mionuclei del muscolo non aumentano di numero, a meno che la fibra muscolare scheletrica supera il 26%. In questo modo, un meccanismo mediante il quale il testosterone facilita l'ipertrofia delle fibre muscolari (visto in soggetti che usano anabolizzanti) è quello di promuovere l’accrescimento di mionuclei [6,24]. 
Per illustrare questo, in powerlifters di alto livello, il numero medio di nuclei per sezione trasversale è significativamente più elevata in utilizzatori di steroidi rispetto ai non utilizzatori, e l’accrescimento dei mionuclei è maggiore nelle fibre di tipo I (123%) rispetto al tipo II (114%) [24]. Ciò è in accordo con la grande ipertrofia delle fibre muscolari di tipo I visto in atleti che fanno uso di steroidi.
N.B. Il Myonuclera Domain è un concetto secondo il quale ogni mionucleo può avere un determinato dominio massimo di citoplasma da “gestire”. In quanto le miofibre sono costituite da cellule multinucleate.
http://ciafel.fade.up.pt/aehd/index.php/aehd/article/view/99

Recettore degli androgeni 
Dopo la produzione o l'iniezione, il testosterone o AS agisce nella cella attraverso i loro "leganti", l'androgeno recettore (AR) appunto. AR appartiene ad una superfamiglia di fattori di trascrizione; quando AS lega alla AR, l'AR è traslocata nel nucleo e attiva una serie di steroide elementi sensibili all'interno del nucleo, aumentando i tassi di trascrizione. 
Il grado di espressione AR tra muscoli umani varia notevolmente. Per esempio, l'espressione di AR nei mionuclei nel muscolo trapezio è circa il 60% in più rispetto al vasto laterale [32]. Da notare che gli atleti che usano gli steroidi mostrano una percentuale più elevata di AR nel muscolo trapezio rispetto agli atleti che non usano sterodi. Allo stesso modo, dopo un mese di amministrazione AS, il numero di AR è migliorata, ma ritorna alla livelli basali (omeostasi) dopo 6 mesi [15].

Conclusioni 
Gli AS sono tra i più potenti agenti in grado di aumentare sia la massa muscolare sia la forza. 
Tuttavia, il loro uso può inibire il processo naturale di produzione di testosterone, che è un problema significativo tra gli utenti,specie a dosi elevateLa letteratura su questo argomento ha dimostrato diversi potenziali problemi medici relative a disturbi cerebrali (aggressività, bipolarismo, ecc) e lo sviluppo del cancro della prostata. 
Elevati livelli di testosterone, soprattutto in concomitanza con lo sport, dà all'utente un netto vantaggio. 
La soluzione a questo problema è quello di migliorare le informazioni relative entrambi gli effetti e le conseguenze positive e negative del loro utilizzo.

Le referenze segnalate:
1) Williams M. Beyond training: How athletes enhance performance legally and illegally. Champaign IL: Leisure Press; 1989. p. 214.
2) Silver MD. Use of ergogenic aids by athletes. J Am Acad Orthop Surg 2001;9:61 70.
3) Palmer ME, Haller C, McKinney PE, Klein-Schwartz W, Tschirgi A, Smolinske SC, et al. Adverse events associated with dietary supplements: an observational study. Lancet 2003;361:101 6.
4)Kvorning T, Andersen M, Brixen K, Schjerling P, Suetta C, Madsen K. Suppression of testosterone does not blunt mRNA  expression of myoD, myogenin, IGF, myostatin or androgen receptor post strength training in humans. J Physiol 2007;578:579 93.
5)Bhasin S, Woodhouse L, Casaburi R, Singh AB, Bhasin D, Berman N, et al. Testosterone dose response relationships in healthy young men. Am J Physiol Endocrinol Metab 2001;281: E1172 81.
6) Blazevich AJ, Giorgi A. Effect of testosterone administration and weight training on muscle architecture. Med Sci Sports Exerc 2001;33:1688 93.
7) Woodhouse LJ, Gupta N, Bhasin M, Singh AB, Ross R, Phillips J, et al. Dose-dependent effects of testosterone on regional adipose tissue distribution in healthy young men. J Clin Endocrinol Metab 2004;89:718 26.
8)King DS, Sharp R l, Vukovich MD, Brown GA, Reifenrath TA, Uhl NL, et al. Effect of oral androstenedione on serum testosterone and adaptations to resistance training in young men: a randomized controlled trial. JAMA 1999;281:2020 8.
9) Rogerson S, Weatherby RP, Deakin GB, Meir RA, Coutts RA, Zhou S, et al. The effect of short-term use of testosterone enanthate on muscular strength and power in healthy young men. J Strength Cond Res 2007;21:354 61.
10) Bhasin S, Storer TW, Berman N, Callegari C, Clevenger B, Phillips J, et al. The effects of supraphysiologic doses of testosterone on muscle size and strength in normal men. N Engl J Med 1996;335:1 7.
11)] Sullivan DH, Roberson PK, Johnson LE, Bishara O, Evans WJ, Smith ES, et al. Effects of muscle strength training and testosterone in frail elderly males. Med Sci Sports 2005;37:1664 72.
12) Broeder CE, Quindry J, Brittingham K, Panton L, Thomson J, Appakoundu S, et al. The Andro Project: physiological and hormonalm influences of androstenedione supplementation in men 35 to 65 years old participating in a high-intensity resistance training program. Arch Intern Med 2000;160:3093 104.
13) Lambert CP, Sullivan DH, Freeling AS, Lindquist DM, Evans WJ. Effects of testosterone replacement and/or resistance exercise on the composition of megestrol acetate stimulated weight gain in elderly men: a randomized controlled trial. J Clin Endocrinol Metab 2002;87:2100 6.
14) Ferrando AA, Sheffield-Moore M, Paddon-Jones D, Wolfe RR, Urban RJ. Differential anabolic effects of testosterone and amino acid feeding in older men. J Clin Endocrinol Metab 2003;88:358 62.
15) Ferrando AA, Sheffield-Moore M, Yeckel CW, Gilkison C, Jiang J, Achacosa A, et al. Testosterone administration to older men improves muscle function: molecular and physiological mechanisms. Am J Physiol Endocrinol Metab 2002;282:E601 7.
16] Vonk-Emmelot MH, Verhaar HJ, Pour HR, Aleman A, Lock TM, Bosch JL, et al. Effect of testosterone supplementation on functional mobility, cognition, and other parameters in older men: a randomized controlled trial. JAMA 2008;299:39 52.
17) Snyder PJ, Peachey H, Hannoush P, Berlin JA, Loh L, Lenrow DA, et al. Effect of testosterone treatment on body composition and muscle strength in men over 65 years of age. J Clin Endocrinol Metab 1999;84:2647 53.
18) Sattler F, Bhasin S, He J, Chou CP, Castaneda-Sceppa C, Yarasheski K, et al. Testosterone threshold levels and lean tissue mass targets needed to enhance skeletal muscle strength and function: The HORMA Trial. J Gerontol A Biol Sci Med Sci 2011;66:122 9.
19) Bhasin S, Woodhouse L, Casaburi R, Singh AB, Mac RP, Lee M, et al. Older men are as responsive as young men to the anabolic effects of graded doses of testosterone on the skeletal muscle. J Clin Endocrinol Metab 2005;90:678 88.
20) Sheffield-Moore M, Dillon EL, Casperson SL, Gikinson CR, Paddon-Jones D, Durham WJ, et al. A randomized pilot study of monthly cycled testosterone replacement or continuous testosterone replacement versus placebo in older men. J Clin Endocrinol Metab 2011;96:1831 7.
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23) Storer TW, Woodhouse L, Magliano L, Singh AB, Dzekov C, Dzekov J, et al. Changes in muscle mass, muscle strength, and power but not physical function are related to testosterone dose in health older men. J Am Geriatr Soc 2008;56:1991 9.
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32) Kadi F, Bonnerud P, Eriksson A, Thornell LE. The expression of androgen receptors in human neck and limb muscles: effects of training and self-administration of androgenic-anabolic steroids. Histochem Cell Biol 2000;113:25 9.


Stimolare la crescita muscolare: proteine con carboidrati nel post allenamento


Stimolare la crescita muscolare: proteine con carboidrati nel post allenamento 

E' ormai un fatto risaputo che per continuare a stimolare la crescita muscolare bisogna variare continuamente l'allenamento perchè le fibre muscolari, quando si adattano ai danni provocati dall'allenamento, non si disgregano e quindi non crescono più come prima; invece aumentando il carico e l'intensità di allenamento si continua a danneggiare le fibre...e a crescere.

Perfino i bodybuilder più esperti temono le prime sessioni di un nuovo programma di allenamento, anche solo per il dolore muscolare che di solito insorge il giorno seguente. Certo, è il segnale che si sta di nuovo procedendo sul binario della crescita, ma a volta risultano dolorosi perfino i movimenti più banali.

Assumere un integratore liquido di proteine con l'aggiunta di carboidrati a basso indice glicemico (un abbinamento che stimola la crescita) subito prima dell'allenarsi comporterà un minore indolenzimento muscolare, anche dopo un workout intenso. 

In base alle ricerche, l'assenza d'indolenzimento muscolare non è dovuta ad una minore intensità di allenamento ma all'attenuazione dei dolori causata dall'integratore post-allenamento.

Nel corso di uno studio riportato nell' International Journal of Sports Nutrition and Exercise Metabolism gli scienziati hanno registrato, nei soggetti che avevano ingerito un integratore liquido di proteine e carboidrati dopo l'allenamento, una diminuizione del 50% dell'indolenzimento muscolare rispetto a coloro che avevano assunto una bevanda costituita esclusivamente da carboidrati.

Questa rivelazione coincide con le conclusioni di uno studio pubblicato dal Journal of Applied Physiology, nel corso del quale è emerso che i marines statunitensi che avevano ingerito una miscela di proteine, carboidrati e grassi subito dopo l'esercizio fisico hanno subito meno indolenzimento muscolare, meno infortuni, meno infenzioni batteriche e meno colpi di calore nei 54 giorni in cui si sono sottoposti ad un allenamento di base, rispetto ai marines che non avevano assunto nessun integratore o soltanto una bevanda a base di carboidrati e grassi.



Quindi, per stimolare al massimo la crescita, è meglio prendere un integratore di proteine con l'aggiunta di carboidrati dopo il workout: il minore indolenzimento muscolare sarà solo uno dei vantaggi collaterali.

mercoledì 23 luglio 2014

I sostituiti del pane nella dieta

Cracker e grissini sono alimenti spesso sconsigliati dai nutrizionisti per l’elevato apporto calorico (400 kcal in media, contro le 280 kcal del pane).



Se da un lato è vero che questi alimenti hanno un maggiore contenuto calorico, è anche vero che essendo più secchi del pane (contengono meno acqua), permettono di raggiungere presto il livello di sazietà. Accompagnati da formaggio, prosciutto cotto o uova sono ottimi sostituti del pane; saziano e mantengono basso l’indice glicemico a tutto vantaggio della linea.

Tra i sostituiti del pane troviamo:

PATATE

Ricche di potassio, vitamine (B1, B2, B6, C e PP) svolgono un’azione drenante e diuretica. Lesse o cotte al vapore, sono un valido sostituto del pane; apportano 80 kcal ogni 100 g contro le 280 kcal fornite dalla stessa quantità di pane bianco.

GALLETTE DI RISO

Saporite e croccanti, si ottengono dal riso soffiato attraverso un metodo di cottura che permette di ottenere un prodotto leggero e digeribile. Hanno un elevato potere saziante e a differenza del pane, non contengono lievito e quindi non favoriscono il gonfiore addominale.

Fonte di carboidrati ben assimilabili, possono essere consumate in ogni momento della giornata (a colazione, come spuntino o merenda) al naturale o con formaggio, prosciutto, miele o marmellata. Per renderle ancora più croccanti si possono passare qualche secondo nel forno caldo.

CRACKER E GRISSINI DI RISO

Non contengono colesterolo, ma prima di acquistarle è bene leggere con attenzione l’etichetta per controllare il contenuto di sodio e grassi. Apportano dalle 348 alle 400 kcal, quindi più del pane, ma se ne mangiano di meno perchè sono più sazianti.

MAIS

E’ un cereale diuretico, anti-cellulite, che non contiene glutine. E’ utilizzato per preparare la polenta, il pane e la pasta: nutre, attenua la fame e favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso, rilevandosi prezioso per chi desidera perdere peso.

Cracker, galette e grissini di mais tendono ad avere un indice glicemico più alto di quello di pane e pasta: tuttavia, se assunti insieme ad un alimento proteico (carne, pesce, uova, legumi, formaggi magri) l’indice glicemico di riduce e non viene favorito l’accumulo di adipe. I prodotti di mais (polenta, pasta, gallette, crasker…) apportano mediamente dalle 330 alle 350 kcal ogni 100 g.

SEGALE

E’ un cereale di origine asiatica da cui si ottiene un pane scuro, dal sapore ben definito (219 kcal/100 g). La segale è ricca di proteine e sali minerali, ha proprietà lassative e fluidificanti del sangue.

FARRO

Contiene un aminoacido essenziale (metionina) ed è tra i cereali meno calorici: 340 kcal per 100 g. Dal farro si ottengono numerosi prodotti, validi sostituti del pane di grano: cracker, grissini, gallette e pane di farro hanno un sapore molto simile a quelli ottenuti con frumento, ma sono più aromatici.

KAMUT

Ha elevate proprietà nutrizionali. Contiene: proteine, sali minerali (magnesio, zinco, selenio), vitamine e grassi insaturi. Pane e cracker di kamut apportano rispettivamente 278 e 436 kcal ogni 100 g; ha un’azione antiossidante e migliora l’umore.

Gli alimenti possono essere una vera e naturale medicina.

Gli alimenti possono essere una vera e naturale medicina. Eccco un piccolo esempio di come fare prevenzione.  
#passioneperlosport

domenica 20 luglio 2014

Alimentazione corretta e sport all’aria aperta

Per stare bene c’è un binomio vincente:alimentazione corretta e sport all’aria aperta. L’attività fisica regala infatti benessere fisico e riduce le probabilità che insorgano malattie importanti come il diabete, l’osteoporosi, l’ipertensione e disturbi cardiovascolari. 
Ma come si può raggiungere questo obiettivo? Una semplice ricetta suggerisce di fare 10.000 passi al giorno, equivalenti a circa 5/6 chilometri,con un dispendio calorico di circa 300 calorie. 
Queste indicazioni, che possono spaventare le persone più sedentarie, fanno invece sorridere il popolo del trekking, abituato a percorrere un numero ben 
superiore di chilometri e con dislivelli notevoli. 
In questo caso, le calorie consumate possono arrivare anche ad un numero decisamente elevato. 
Per fare un semplice calcolo di quante calorie si consumano, occorre tener presente alcuni dati. 
Ognuno di noi ha un dispendio calorico giornaliero che è dato dalla somma di: 
1) metabolismo basale, che è l’energia necessaria per mantenere attive le funzioni vitali dell’organismo; 
2) metabolismo di attività, energia consumata durante le 24 ore per fare attività di vario genere (camminare, studiare, guidare, lavorare ecc.). 
Mentre il metabolismo basale dipende principalmente dall’età, dal sesso,dalla composizione corporea (percentuale di massa grassa e massa magra), 
il metabolismo di attività, come dice il nome, è strettamente legato al tipo di attività fisica svolta. 
Nel corso di una camminata, la quantità di calorie che il corpo impiega può variare dalle 200-250 per ora nelle passeggiate di tipo “turistico”, senza 
difficoltà e senza impegno fisico particolare, fino alle 1000-1200 kcal per ora nelle salite alpinistiche difficili o in condizioni climatiche severe. 
In condizioni medie, per una salita di 5 ore, la perdita calorica è stimata in 
5×500 kcal/h = 2500kcal. Naturalmente se si cammina con un’andatura di 3 km/h su pendenze di 45% si consumano dieci volte più calorie che in piano. 
Il dispendio calorico varia comunque anche in base al peso (peso del soggetto e peso dello zaino), al grado di allenamento, alla velocità di andatura e alle 
condizioni climatiche. 
Quindi, tirando le somme, aggiungendo alle calorie consumate camminando quelle giornaliere (metabolismo basale + metabolismo di attività), arriviamo ad 
un consumo che può variare dalle 4000 alle 5000 Kcalorie al giorno e oltre. 
Da qui l’esigenza di una corretta alimentazione sia nella fase dell’impegno fisico che nelle ore antecedenti e successive. 
In termini pratici, bisognerebbe frazionare i pasti nel corso dell’escursione per evitare fastidiose sensazioni di malessere dovute all’intenso sforzo fisico al quale non si è abituati. 
La suddivisione dei pasti dovrebbe avvenire nel modo seguente: 
- Prima di partire fare una colazione non troppo abbondante (per evitare che la digestione sia difficile e vada a scapito della resistenza fisica), ma energetica, quindi a base di latte o yogurt con fette biscottate e marmellata o miele ed eventualmente un frutto o una spremuta. 
- Fare soste di almeno 5 minuti ogni ora e mezza con piccoli spuntini a base di pane con marmellata o biscotti e con piccole bevute per garantire 
all’organismo un costante apporto idrico. 
- Fare un pranzo a base di alimenti nutrienti, ma leggeri che non richiedano una digestione troppo lenta e impegnativa, per evitare l’affaticamento 
muscolare dovuto al richiamo del sangue verso l’apparato digerente. 
Preferire panini con prosciutto o speck o bresaola, con verdure condite da un filo d’olio extravergine d’oliva e abbinare sempre un frutto di stagione. 
Dopo il pranzo fare una sosta di almeno trenta minuti prima di ripartire. 
- Al ritorno dell’escursione concedersi una cena equilibrata e nutriente a base di pasta condita con pomodoro fresco e un cucchiaio di parmigiano, 
carne bianca o rossa, un abbondante porzione di verdura cruda o cotta, un po’ di pane e un frutto. 
Il tutto accompagnato da acqua oligominerale per ripristinare le perdite idriche della giornata e perché no...da un bicchiere di vino, che in compagnia non guasta mai.





INTEGRATORI PER LE ESCURSIONI IN MONTAGNA

Gli integratori alimentari non sono altro che i normali nutrienti, comunemente presenti nel cibo che consumiamo, selezionati e concentrati industrialmente allo scopo di facilitare la copertura del fabbisogno giornaliero. Un integratore alimentare diventa utile quando ciò che mangiamo non è in grado di soddisfare le necessità minime di alcuni nutrienti specifici necessari all’organismo per funzionare regolarmente.
Questo in montagna può avvenire nella lunga permanenza in quota (alpinismo extraeuropeo), nei trekking e nelle traversate di più giorni e nelle ripetute prestazioni di alto livello (guide alpine, sci agonistico, ecc.).
Per “l’alpinista della domenica” basta e avanza la normale alimentazione, con un po’ di riguardo all’assunzione dei liquidi.
Si definisce invece supplementazione l’utilizzo di sostanze fisiologicamente presenti nell’organismo, di solito coinvolte nel metabolismo energetico muscolare, il cui turn-over è spesso incrementato, ma la cui carenza clinica in corso di esercizio, e in particolare un loro significativo effetto nel migliorare la prestazione, non è sempre dimostrato.
La supplementazione portata all’eccesso si avvicina al doping e può creare gravi danni all’organismo (vedi assunzione di alte dosi di creatina nei calciatori, già finita agli onori della cronaca).
L’assunzione di dosi eccessive o comunque ingiustificate, così come il ricorso a sostanze specifiche soltanto perché propagandate come genericamente efficaci, ma i cui effetti metabolici possono essere inutili se non controproducenti nello svolgimento della prestazione, può comportare una serie di problemi relativi alla tutela della salute dell’individuo; al tempo stesso però, anche la mancata assunzione di un integratore in caso di effettiva necessità, può influenzare negativamente la qualità dell’atto sportivo.

INTEGRATORI IDRO-SALINI
La pratica sportiva si caratterizza in genere per un più o meno rilevante incremento della produzione di energia da parte delle cellule muscolari impegnate. Conseguentemente si verifica un incremento della quantità di calore prodotto, che a sua volta è responsabile dell’innalzamento della temperatura corporea tipico della pratica sportiva.

Il reintegro idro-salino
L’acqua costituisce il 40-60% della massa corporea. In condizioni normali di temperatura e a riposo un soggetto assume mediamente 2,5 litri di acqua al giorno, con le bevande e attraverso gli alimenti. In condizioni di intenso lavoro e in condizioni ambientali che richiedono forte sudorazione, l’assunzione di acqua può aumentare di sei volte rispetto al normale.
Pertanto, l’organismo umano sottoposto ad uno sforzo fisico, attiva quei meccanismi (termoregolazione) in grado di indurre un’adeguata riduzione della temperatura corporea (termodispersione). Il meccanismo più efficace in tale senso è certamente l’evaporazione del sudore.
Per alpinisti impegnati in attività di rilevante impegno, tanto più se in quota, si possono verificare variazioni considerevoli del peso, fino a 5-6 kg, in grandissima parte rappresentati dall’acqua persa per la sudorazione.
Una carenza di acqua è mal tollerata dall’organismo: una perdita del 2% del volume dell’acqua corporea totale altera la termoregolazione e influisce negativamente sull’efficienza e sulle capacità fisiche; mentre una perdita del 5% comporta il rischio di crampi ed è in grado di determinare una riduzione del 30% della prestazione fisica; perdite maggiori risultano particolarmente pericolose sino a mettere in serio rischio la vita.
A ciò concorrono anche le perdite di minerali normalmente disciolti nel sudore: sodio, cloro (NaCl, il comune sale da cucina), potassio e magnesio. Durante l’attività fisica, nonostante venga assunta una congrua quantità di liquidi, l’organismo può comunque andare incontro ad uno stato di parziale disidratazione, in quanto la velocità con cui vengono persi i liquidi con il sudore risulta decisamente superiore alle possibilità di assimilazione. Da ciò deriva la necessità che lo sportivo inizi a bere già prima dello svolgimento dell’attività fisica, continui a farlo anche nel corso della prestazione e prosegua il reintegro idro-minerale anche dopo l’attività.
Nel corso dell’esercizio fisico le bevande a base di integratori idro-salini ottimali devono essere leggermente ipotoniche. Tradotto vuol dire che è preferibile bere bevande contenenti molta acqua e pochi sali, a temperatura fresca e non fredda per non provocare disturbi gastro-intestinali. Questo concetto è importante perché il sudore contiene più acqua che sali, per cui i liquidi devono essere reintegrati maggiormente.
In definitiva, CORREGGERE LA DEPLEZIONE DI ACQUA ED ELETTROLITI SEMBRA ESSERE IL PIÙ IMPORTANTE AIUTO ERGOGENO NUTRIZIONALE FINORA STUDIATO E RACCOMANDATO DA OGNI ESPERTO DI FISIOLOGIA DELL’ESERCIZIO FISICO.

INTEGRATORI ENERGETICI
La capacità di prestazione fisica, durante un’attività sportiva prolungata, risulta compromessa anche dall’esaurimento delle scorte di glicogeno (la forma di deposito degli zuccheri nel nostro organismo), nonché dalla riduzione della concentrazione ematica del glucosio (ipoglicemia).
Un adeguato ed appropriato apporto di energia prima, durante e dopo la pratica sportiva, è importante per qualunque forma di esercizio fisico tanto più quanto maggiori sono la durata e l’impegno della prestazione e di conseguenza il dispendio energetico.
Se da un lato l’organismo dispone di riserve energetiche lipidiche e proteiche ampiamente sufficienti per le “normali” necessità metaboliche anche delle più faticose discipline sportive, ben diversa è la situazione per quanto riguarda le riserve glucidiche.
La componente glucidica di deposito del nostro organismo, il glicogeno muscolare ed epatico, è presente in quantità estremamente contenute e l’intero ammontare delle riserve glucidiche potrebbe coprire solo parzialmente le specifiche richieste che si verificano nel corso della maggior parte delle attività di montagna.
L’esigua disponibilità di carboidrati a livello muscolare rappresenta certamente il fattore in grado di limitare maggiormente la gran parte delle prestazioni sportive e di condizionare in grande misura l’insorgenza del senso di fatica.
Quando la glicemia si abbassa al di sotto del limite fisiologico dei 70 mg/dL, si verifica un rapido peggioramento delle capacità fisiche: viceversa un buon livello glicemico, garantendo un adeguato rifornimento di glucosio ai muscoli in attività e al sistema nervoso centrale, può prolungare la durata dello sforzo fisico, migliorare le capacità di attenzione mentale e di coordinazione neuro-muscolare, e ritardare, più in generale, la comparsa dei sintomi della fatica.
Gli integratori energetici di primo piano sono i carboidrati, principalmente per le prestazioni di lunga durata come l’alpinismo. La scelta tuttavia deve essere molto oculata sia in termini di quantità assunta che in termini di qualità (in rapporto all’indice glicemico). Per limitare al massimo gli sbalzi della glicemia e dell’insulina, occorre limitare l’assunzione di cibi ad alto indice glicemico: evitare il saccarosio (zucchero da cucina), e preferire carboidrati con un basso indice glicemico; il fruttosio, ad esempio, non causa fluttuazioni della glicemia e dell’insulina. Queste notizie hanno convinto alcuni atleti a mangiare cucchiaini di fruttosio e a ricorrere agli alimenti che lo contengono (miele e frutta). Non è una buona idea; il fruttosio è efficace al 50% per il rimpiazzo di glicogeno nei muscoli. Diete ad alto contenuto di fruttosio causano anche un aumento di acidi grassi nel sangue e dei livelli di acido urico. Il fruttosio pertanto può essere d’aiuto in piccole dosi: ne è sufficiente una piccola quantità aggiunta alle bevande. Ecco alcune regole fondamentali per una corretta assunzione di carboidrati:
Assumere carboidrati in piccoli pasti durante tutta la giornata.
Assumere principalmente carboidrati con un basso indice glicemico (pane, pasta, biscotti, ecc.).
Utilizzare bevande contenenti prevalentemente polimeri di glucosio ma anche una piccola quantità di fruttosio (vedi tabella soluzione reidratante). 
Assumere abitualmente 100 grammi di carboidrati complessi tre ore prima della prestazione.
Sorseggiare una bevanda reidratante durante l’esercizio, con una frequenza di 500-700 mL all’ora, in base all’intensità e alla durata dell’esercizio fisico ed alle condizioni ambientali.

LA SOLUZIONE REIDRATANTE PER L’ADULTO 
1 litro di acqua 
1 punta di cucchiaino di sale 
2 cucchiai di zucchero 
il succo di un limone oppure di due arance. 
Il volume e il contenuto energetico totale dei liquidi ingeriti sono di primaria importanza nell’influenzare la velocità dello svuotamento gastrico: all’aumentare del contenuto energetico la velocità di svuotamento rallenta. Come già sottolineato, una soluzione ipotonica, a parità di contenuto energetico, lascia lo stomaco in tempi più brevi. Per quanto riguarda la temperatura, le bevande fresche (8-10° C) lasciano lo stomaco più rapidamente di quelle calde e sono più gradevoli. L’insorgenza di crampi gastro-intestinali può avvenire solamente se il volume dei liquidi assunti è troppo elevato. Per concludere possiamo affermare che le caratteristiche di una bevanda ottimale dovrebbero garantire: 
rapido svuotamento gastrico; 
ottimo assorbimento intestinale; 
adeguato apporto di minerali; 
adeguato apporto glucidico; 
buona palatabilità; 
buona capacità dissetante. 

A parte i prodotti in commercio, si può confezionare una SOLUZIONE REIDRATANTE nel seguente modo:
1 litro acqua; 
una punta di cucchiaino di sale; 
due cucchiai di zucchero; 
il succo di un limone oppure di due arance. 


INTEGRATORI PROTEICI
Il fabbisogno proteico dello sportivo è di 1-1.4 grammi pro chilo di peso corporeo al dì. In una attività alpinistica media è sufficiente assumere una dieta variata con proteine sia animali che vegetali, per coprire il fabbisogno.
Nei lunghi viaggi, nei soggiorni in quota e in ambiente extra-europeo sarà necessario pensare a una integrazione proteica, cercando però di non eccedere nelle quantità per non sovraccaricare la funzionalità renale (iperazotemia). Gli integratori proteici possono essere ricondotti alle seguenti categorie:
miscele di aminoacidi, combinazioni mirate di aminoacidi e aminoacidi singoli.

Miscele di aminoacidi
Contengono aminoacidi essenziali ed eventualmente anche non essenziali. Le dosi giornaliere consigliate devono tener conto del ruolo integrativo di tali prodotti, che sono destinati a completare l’apporto proteico della razione alimentare quando questo, da solo, non basta ad ottimizzare il bilancio azotato dell’organismo.

Combinazioni mirate di aminoacidi
Si prefiggono delle finalità particolari. Gli aminoacidi a catena ramificata (in sigla BCAA) costituiscono un terzo delle proteine di tutti i muscoli; sono tre aminoacidi essenziali (leucina, isoleucina e valina) che devono essere assunti con la dieta in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli: si trovano principalmente nelle uova, nella carne e nei formaggi. In condizioni normali una dieta sana, varia ed equilibrata è già di per sé sufficiente a fornire la giusta quantità di questi nutrienti.
Dal momento che durante gli sforzi fisici intensi e prolungati si ha una riduzione dei livelli nel sangue di BCAA, si ritiene che l’integrazione dietetica con questi aminoacidi sia in grado di migliorare le risposte fisiologiche e di prevenire i sintomi di affaticamento durante gli sport di resistenza. La quantità di assunzione degli aminoacidi ramificati non deve comunque superare di norma i 5 g al giorno, come somma dei tre aminoacidi.

Aminoacidi singoli
Glutamina
Non è un aminoacido essenziale, ma è tuttavia estremamente importante per lo sportivo: circa il 20% di tutto il pool di aminoacidi circolante nel sangue è costituito infatti da glutamina che si può perciò definire il veicolo più importante per il trasporto di azoto tra i tessuti.
Più pesante è l’allenamento, più forte è lo stress e più alto è il consumo di glutamina da parte della componente muscolare.
Queste affermazioni non giustificano però l’utilizzo di elevate dosi di glutamina, in quanto, se è in eccesso, provoca l’accumulo di ammoniaca, sostanza tossica in grado di inibire il rendimento organico.

Carnitina
La carnitina è una molecola importante nel metabolismo degli acidi grassi.
Le sue funzioni principali sono il trasporto degli acidi grassi all’interno del mitocondrio e l’attivazione del Coenzima A, importante nei processi ossidativi.
Durante un lungo esercizio di resistenza, i grassi diventano la maggiore fonte energetica: non si esauriscono però i grassi ma potrebbero finire le scorte delle sostanze chimiche che ne permettono l’uso. Lo sforzo prolungato depaupera rapidamente la carnitina presente nel muscolo.
Le principali fonti alimentari di carnitina comprendono la carne e i latticini.
Al momento non esistono dati sufficienti a dimostrare un suo effetto positivo sulla prestazione fisica. Solo in alcuni studi è stato dimostrato che l’integrazione di carnitina può tornare utile per influenzare positivamente la performance di prove particolarmente lunghe di tipo aerobico.

Creatina
La creatina è un composto abbondantemente presente nella carne e nel pesce. Non si tratta di un componente essenziale della dieta, infatti il fegato è in grado di sintetizzarla a partire da due aminoacidi, l’arginina e la glicina. 
I muscoli, ove principalmente si trova la creatina, non sono in grado di sintetizzarla e la assumono direttamente dal sangue. Nelle cellule muscolari, parte della creatina si lega ad un gruppo fosforico (si dice che viene fosforilata) formando fosfocreatina. 
In condizioni normali, un adulto elimina circa 2 g al giorno di creatina; l’entità dell’eliminazione è proporzionale alla massa muscolare ed è quindi mediamente maggiore nei soggetti molto muscolosi e nei maschi rispetto alle femmine. 
Saturata la capacità di ritenzione dei muscoli, la creatina viene direttamente eliminata nelle urine. La ritenzione di creatina nei muscoli causa parallelamente ritenzione idrica nei muscoli stessi e quindi un aumento del loro volume che, ovviamente, non rispecchia una deposizione di matrice muscolare. 
Come detto precedentemente, la creatina viene in parte fosforilata a fosfocreatina. Quest’ultima appartiene al gruppo delle molecole "altamente energetiche", infatti la liberazione del gruppo fosforico libera una consistente quantità di energia che serve a sintetizzare un’altra molecola "altamente energetica": l’ATP. 
L’ATP è la molecola direttamente implicata nel processo di trasferimento energetico a livello della componente contrattile muscolare. La scissione dell’ATP in ADP e P (gruppo fosforico libero) realizza un mirabile processo: il trasferimento di una forma di energia (chimica) in un’altra forma (meccanica), realizzando quindi il meccanismo della contrazione muscolare.
E’ irragionevole ritenere che la somministrazione di creatina migliori la performance aerobica che tipicamente si sviluppa su un arco di tempo infinitamente maggiore rispetto ai 6-7 secondi di autonomia del meccanismo energetico legato alla scissione della fosfocreatina. La somministrazione di creatina può portare ad un aumento del 20% della concentrazione di fosfocreatina muscolare e pertanto si può pensare ad un miglioramento prestativo in prove di scatto e potenza. 
La somministrazione di creatina in ambito sportivo riveste un carattere peculiare per due motivi:
Abbiamo detto che un vantaggio legato alla somministrazione di creatina non è ipotizzabile nell’ambito dell’attività aerobica. Un certo miglioramento può essere ipotizzabile in ambito anaerobico per esercizi di potenza della durata non superiore a pochi secondi.
L’aumento della prestazione in un esercizio di forza e potenza rispecchia l’aumento di deposizione di materia contrattile. Tipicamente, l’allenamento specifico induce nel muscolo la stimolazione di nuova sintesi di materia contrattile. 
Spesso la creatina viene commercializzata insieme a vari altri composti in base all’ipotesi che questa associazione faciliti le sue proprietà ergogeniche; ad esempio vi sono associazioni di creatina con glucosio, vitamine, minerali, glutamina, taurina, alfachetoglutarato ed estratti di erbe. 
Quanto alle complicazioni cliniche legate all’assunzione creatina, poco si sa. In effetti, gli effetti a lungo termine sono evidenziabili solamente dopo anni. Sono state riferite sintomatologie fastidiose come nausea, vomito e diarrea, tuttavia controlli effettuati usando creatina allo stato puro hanno escluso queste complicazioni. Si sconsiglia comunque l’assunzione di creatina poco prima e durante l’attività fisica.

ANTIOSSIDANTI
L’esercizio fisico aumenta i processi ossidativi nel muscolo, portando ad un aumento della produzione di radicali liberi e di perossidi lipidici. Dopo l’esercizio sono stati osservati danni sub-cellulari, in parte dovuti all’attacco di radicali liberi.
L’allenamento induce però livelli più alti degli enzimi antiossidanti nel tessuto muscolare e riduce la vulnerabilità del muscolo al danno perossidativo.
L’apporto di vitamine antiossidanti potrebbe svolgere una funzione protettiva nei confronti del danno muscolare indotto da allenamenti ripetuti, molto faticosi, svolti magari a grandi altitudini o con frequenti variazioni di fuso orario. Agenti antiossidanti sono la vitamina A, la vitamina E, la vitamina C e il selenio.

COENZIMA Q10
Il coenzima Q10, conosciuto anche come ubidecarenone, è costituito da una serie di molecole coinvolte nella produzione di energia tramite l’adenosina trifosfato (ATP). Il coenzima Q10 è noto anche come forte antiossidante e tiene sotto controllo gli effetti negativi dei radicali liberi.
Il coenzima Q10 si trova nelle membrane cellulari del corpo, fa parte dei mitocondri (le centrali energetiche della cellula) ed è un componente importante del sistema di trasporto degli elettroni (coinvolto in parecchi processi metabolici del corpo umano): è però talmente ben rappresentato nell’organismo, che una supplementazione farmacologia risulta di nessuna utilità (fa bene solo a chi lo vende!).

CONCLUSIONE
È molto difficile valutare la reale efficacia di un integratore alimentare nel migliorare la performance fisica perché, nel perseguimento del benessere, molte aziende di integratori fanno affermazioni false sui reali benefici dei loro prodotti.
Il comportamento più logico è quello di individuare le situazioni critiche dovute a eccessivi carichi di attività sportiva, a difficoltà nell’assumere la normale alimentazione, a repentini cambi di clima e fuso orario.
In tutti gli altri casi dovrebbe essere sufficiente la normale alimentazione, con un po’ di buon senso e un occhio di riguardo al bilancio idrico.

A scopo di orientamento e a puro titolo esemplificativo si riportano alcuni nomi commerciali scelti a caso nella pletora dei prodotti in commercio:

Integratori idrosalini: Polase, Reidrax, Mag 2, Mg K Vis.
Integratori energetici: Fructan, Dextrosio, Gluphos.
Integratori proteici: Enervitene, Friliver, Enervit protein.
Carnitina: Carnitene, Carnitolo, Carnovis, Biocarnil.
Antiossidanti: Rovigon, Cebion, Selenium, Multivitamin.
Prodotti di associazione: Neovis plus, Neovis tres, Enervit solido, ecc."