lunedì 29 febbraio 2016

Definizione Ciclica

La "Definizione Ciclica" è un sistema che massimizza la perdita di grasso e minimizza la perdita di massa magra. Questo programma prevede di eseguire brevi cicli di carico e scarico dei carboidrati sul modello 1-2-1, tali da consentire un costante controllo sull'indice metabolico, evitando cioè che si abbassi compromettendo l'efficacia della dieta ipocalorica, e capace di introdurre delle particolari condizioni organiche che attivino i meccanismi lipolitici (quelli che fanno perdere massa grassa) e limitino al massimo l'intervento dei meccanismi catabolici (quelli che fanno perdere massa muscolare). In sintesi questo è il programma per un ciclo:

    Il 1° giorno con dieta bilanciata e moderato apporto calorico 

    Il 2° e 3° giorno con dieta ipocalorica, iperproteica e ipoglucidica 

    Il 4° giorno con dieta ipercalorica e iperglucidica. 

La quota dei grassi viene mantenuta attorno al 25% (questa è una differenza importante rispetto alle tradizionali diete chetogeniche).

Con questo sistema, nei giorni a dieta ipoglucidica (2° e 3°), si riesce a perdere molto grasso; la perdita di grasso durante questi giorni deriva principalmente dal basso rilascio di insulina che segnala al corpo di usare i grassi come combustibile. Il 4° giorno è il giorno della ricarica dei carboidrati, e quindi per mantenere elevato lo stato anabolico dell'organismo non è necessario assumere molte proteine.

Durante il 1° giorno la dieta è ben bilanciata e ha un moderato apporto di calorie.

Durante il 2° giorno la dieta diviene ipocalorica, iperproteica e ipoglucidica. Privando il corpo dei carboidrati e mantenendo elevato il metabolismo con l'attività fisica aerobica si brucerà da prima il glucosio del sangue e quindi si andrà ad utilizzare il carburante conservato come glicogeno nel muscolo e nel fegato. Verso la metà della giornata queste riserve scenderanno e l'organismo ricorrerà alle riserve di grassi per alimentarsi. Un basso rilascio di insulina segnala al corpo di mobilitare il grasso che deve essere usato come carburante. L'elevato  apporto proteico protegge invece il muscolo dall'essere catabolizzato. Il limitato apporto di grassi previene le richieste energetiche, evitando l'apporto energetico di grassi dietetici e aumentando invece l'utilizzo dei grassi accumulati nel corpo
Per la produzione energetica il corpo utilizza,  in modo preferenziale i carboidrati, se questi non vengono forniti passa ad un metabolismo di tipo lipolitico prelevando l'energia dalla scissione dei grassi presenti nella dieta e se anche questi scarseggiano, prelevando l'energia dalla scissione dei grassi accumulati nel corpo.

Durante il 3° giorno la dieta è di nuovo carente di carboidrati. L'organismo ha usato le riserve di grasso come alimento per circa la metà del giorno 2 e continua a farlo. Il sistema passa quindi ad utilizzare come carburante esclusivamente il grasso corporeo. Il grasso dell'organismo viene decomposto in glicerolo ed acidi grassi. Il glicerolo viene poi trasformato in PGAL e quindi in glucosio per alimenti. Gli acidi grassi subiscono svariate reazioni per venire infine convertiti in glucosio che l'organismo può utilizzare per il suo funzionamento. Più tardi, nel giorno 3, questo processo formerà corpi chetonici. I corpi chetonici sono un sotto-prodotto della rottura dei grassi quando non sono disponibili i carboidrati. Nel terzo giorno si riscontrerà quindi una lieve chetosi, ossia un'alta concentrazione di chetoni e di acetone nel sangue e nel fegato. Poiché questa chetosi permane solo per 12 ore circa, non è dannosa, anzi, è auspicabile.

Durante il 4° giorno la dieta diviene ipercalorica e iperglucidica. In questo giorno si blocca completamente la chetosi con una colazione ad alto contenuto di carboidrati. Poiché vi sarà un'abbondanza di carboidrati, possiamo essere sicuri che le proteine non saranno utilizzate come alimento, quindi sarà sufficiente un moderato apporto proteico. I carboidrati sono risparmiatori di proteine, cioè, permettono alle proteine di essere usate per cose più importanti dell'energia. Ogni giorno il nostro corpo scinde e sintetizza proteine. Mangiando normalmente circa il 4% delle proteine "ricambiate" viene perso. L'azoto perso è eliminato principalmente attraverso le urine. Il bilancio azotato indica la differenza tra l'azoto introdotto con la dieta e l'azoto perso. Se un soggetto consuma più azoto di quello che perde il suo bilancio azotato sarà positivo.
Un altro fattore che influenza pesantemente il bilancio azotato è l'apporto calorico della dieta. A parità di proteine introdotte, una dieta ipocalorica fa perdere più azoto di una dieta ipercalorica. Inoltre è stato osservato che le calorie dei grassi non migliorano il bilancio azotato cosi come quelle dei carboidrati. Molti bodybuilder potrebbero preoccuparsi della ridotta quota proteica, ma come si è visto non è così. Prima di tutto una dieta ipercalorica è dimostrato che incrementa la ritenzione di azoto e quindi diminuisce il fabbisogno proteico. In uno studio, i cui soggetti hanno mangiato sempre la stessa quantità di proteine, 1,25 g/Kg/al giorno, ma con quantità diverse di calorie complessive, ha dimostrato che un aumento del 15% delle calorie ha favorito la ritenzione di azoto tra i 7,2 mg/Kg/giorno ed i 23,8. Quando l'assunzione calorica è stata aumentata del 30% rispetto ai veri fabbisogni, l'equilibrio dell'azoto ha raggiunto addirittura il valore di 33,3 mg/Kg/ al giorno.
Ritornando al 4° giorno della "Definizione ciclica" l'elevato apporto calorico assieme all'elevata quota derivante dai carboidrati ed ai pasti frequenti, aiutano il metabolismo organico a non abbassarsi troppo. Assumendo molti carboidrati i muscoli si gonfiano, il glicogeno si resintetizza creando una reazione decisamente drammatica. Nel 3° giorno, i vostri muscoli saranno deperiti e per la mancanza di carboidrati saranno piatti, invece verso la metà del 4° giorno vi sentirete come se aveste aumentato la massa muscolare di 2 kg (sensazione che non è poi così "immaginaria" dato che il carico dei carboidrati unitamente ad un elevato apporto idrico faranno effettivamente aumentare il peso corporeo di oltre 2 Kg, a seconda del proprio peso). Potete essere sicuri che questo è un giorno piacevole. Vi permette di eseguire un intenso allenamento di sovraccarico e di provare uno straordinario flushing.

Quindi si ritorna al giorno 1 per mantenere un indice metabolico elevato e stabilizzare il funzionamento organico prima di ritornare ai giorni 2 e 3 per bruciare un po' più di grasso. Il ciclo può essere ripetuto svariate volte fino al completo raggiungimento degli obiettivi.
Un esempio potrebbe essere il seguente:
- Lunedì ore 08.00; Inizio regime moderato.
- Martedì ore 08.00; Inizio regime ipocalorico ipoglucidico.
- Giovedì ore 08.00; Inizio ricarica, allenamento ore 18.30

In particolari condizioni, ossia quando si vuole aumentare o diminuire la frequenza di allenamento per portala ad un allenamento ogni 3 giorni oppure ad un allenamento ogni 6 giorni, il modello alimentare può divenire 1-2.
In pratica si inizia la ricarica dei carboidrati (vedi ex. giorno 4°) circa 6 ore prima dell'allenamento e la si termina dopo 24 ore, quindi si passa ad un regime alimentare tipo quello dei giorni 2° e 3° descritti precedentemente.
Un esempio (nel caso di frequenza di allenamento pari a 1 ogni 3 giorni) potrebbe essere il seguente:
- Lunedì ore 12.00; Termine ricarica, inizio regime ipocalorico ipoglucidico.
- Mercoledì ore 12.00; Termine regime ipocalorico ipoglucidico, inizio ricarica, allenamento ore 18.30

Se invece si volesse diminuire la frequenza di allenamento a 1 allenamento ogni 6 giorni, si potrebbe sostituire la ricarica con un apporto moderato e bilanciato tipo quello del 1° giorno nel modello alimentare originale.

OBIETTIVI:

    Obiettivo: aumentare notevolmente la perdita di grasso corporeo.

    Obiettivo: evitare al massimo la perdita di massa muscolare.

    Obiettivo: permettere l'esecuzione di intensi allenamenti con i pesi, che solitamente non è possibile sostenere con le consuete diete ipocaloriche.

    Obiettivo: mantenere elevata la motivazione

RIEPILOGO:

La perdita di grasso si verifica grazie alla scarsa presenza di carboidrati nei giorni 2 e 3, che costringe il corpo a limitare il  rilascio di insulina che a sua volta segnala al corpo di usare i grassi come combustibile.

Il risparmio della massa muscolare si realizza grazie al controllo sul metabolismo effettuato dalla dieta dieta iperglucidica del 4° giorno.

Gli allenamenti con i pesi possono essere intensi e con sovraccarico grazie all'energia disponibile durante il 4° giorno.

La motivazione resterà elevata prima di tutto perché si avrà la possibilità di aumentare il consumo di cibo una volta ogni 3 giorni, secondariamente perché ci si potrà vedere, con la medesima frequenza, in una ottima forma fisica (muscoli pieni con una durezza che migliora con il proseguire dei cicli) ed in terzo luogo perché si potranno sostenere allenamenti molto intensi senza veder scomparire la propria forza massimale.

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domenica 14 febbraio 2016

ALIMENTI RICCHI DI FERMENTI LATTICI

ALIMENTI RICCHI DI FERMENTI LATTICI


Quali sono gli alimenti più ricchi di fermenti lattici? Certamente lo yogurt… e poi?

Sentiamo spesso parlare di fermenti lattici vivi, soprattutto quando guardiamo in tv la pubblicità degli yogurt.

E sentiamo spesso dire che fanno bene alla salute dell’intestino. Però, forse, vorremo saperne di più e capire meglio.

Più che di fermenti lattici dovremmo parlare di probiotici e prebiotici: i probiotici sono microrganismi batterici in grado di convivere pacificamente con i batteri naturalmente presenti nell’intestino; il loro compito è sostanzialmente quello di favorire l’equilibrio della flora batterica intestinale.

Per svolgere le loro funzioni, i probiotici hanno bisogno di nutrimento; questo ruolo viene svolto dai prebiotici.

Sono ricchi di probiotici gli alimenti fermentati e quindi yogurt, alcuni tipi di formaggi, kefir, miso, crauti, tempeh, prodotti da forno derivati dalla pasta acida…

Lo yogurt

Tra gli alimenti ricchi di fermenti lattici, il più noto è certamente lo yogurt, un alimento prezioso anche per la quantità di calcio. Lo yogurt, infatti, contiene più calcio del latte. Lo si può preparare in casa o acquistare nei caseifici. Certo, possiamo anche comprarlo al supermercato ma, in quel caso, è consigliabile leggere attentamente l’etichetta. 
Non tutti gli yogurt industriali sono uguali e, anzi, c'è una grossa variabilità da prodotto a prodotto. Non sempre la marca o il prezzo più alto sono garanzia di qualità. Come scegliere, allora?
In generale, più è corta la lista degli ingredienti, meglio è; attenzione anche al tipo di zuccheri aggiunti, eventualmente utilizzati, e alle calorie, altro elemento molto variabile da prodotto a prodotto.
I fermenti lattici contenuti nello yogurtsono Lactobacillus bulgaricus eStreptococcus thermophilus.

Il kefir

Il kefir è una bevanda a base di latte efermenti kèfiran.
Il kefir è simile allo yogurt e tradizionalmente viene preparato utilizzando latte vaccino o anche di capra o pecora.
In realtà, però, i fermenti del kefir possono essere utilizzati anche per fermentare altri liquidi ricchi di zuccheri e quindi, per esempio, latte di soia o di riso a cui si aggiungono zucchero e frutta o altri aromi.
I fermenti di kefir non sono di semplicissima reperibilità; si possono trovare in vendita in negozi di alimentazione naturale o su alcuni siti web specializzati.

I crauti

I crauti sono il prodotto della lacto-fermentazione del cavolo verza.
Si possono preparare in casa o acquistare già pronti; però, se vogliamo preservarne tutte le qualità benefiche sarebbe meglio prepararli in casa.
I crauti contengono una grande quantità di colina, una sostanza che aiuta a regolarizzare i valori di pressione sanguigna e l'assorbimento dei grassi. 
I crauti, grazie alla loro natura di prodotti della lacto-fermentazione, aiutano a preservare la flora batterica intestinale e favoriscono la digestione.

Il tempeh

Il tempeh, noto anche come carne di soia, è un derivato della fermentazione della soia ed è un alimento tipico della cucina idonesiana.
Oltre a essere ricco di fermenti lattici è una buona fonte di vitamina B12 e di proteine vegetali.
Il processo di fermentazione del tempeh avviene grazie alle spore Rhizopus oligosporus, che vengono mischiate con i germogli di soia e lasciate fermentare dalle 24 alle 36 ore, a una temperatura di 30 gradi circa.
Esistono anche altri tipi di tempeh che utilizzano ingredienti diversi; per esempio altri legumi, grano, o legumi e grano insieme.
Il tempeh è un alimento molto versatile, che si presta a molti usi e preparazioni. Generalmente si acquista nei negozi di alimentazione naturale o nei mercati etnici.

Il miso

Il miso è una pasta fermentata che si ottiene dalla soia gialla ed è un alimento tipico della cucina giapponese.
I fagioli di soia gialla vengono fatti ferementare in acqua e sale marino; talvolta si aggiungono anche altri cereali, quali riso e orzo.
Il miso è un'ottima fonte di vitamineminerali e proteine vegetali; oltre a favorire la digestione e la salute dell'intestino, aiuta a regolarizzare il metabolismo dei lipidi ed è un ottimo alleato della salute di pelle e capelli.

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mercoledì 10 febbraio 2016

LE GALLETTE DI RISO FANNO MALE ALLA SALUTE, PERCHE’?

LE GALLETTE DI RISO FANNO MALE ALLA SALUTE, PERCHE’?

Con l’arrivo dell’estate il consumo di gallette di riso sembra aumentare, questo perché è un prodotto molto utilizzato nelle diete, ma purtroppo non è la scelta migliore in quanto sembra che queste facciano male alla salute.

Questa è l’ultima notizia riguardo i prodotti che sarebbe meglio limitare ed in questo caso le gallette di riso risultano nocive per la presenza di arsenico, quindi per il momento è preferibile cercare di mangiarne pochi.

gallette-riso-

E’ la FDA, The Food and Drug Administration ad avere eseguito alcuni test, si tratta dell’organismo statunitense che controlla periodicamente gli alimenti e i medicinali a fine di scoprire se sono pericolosi per la salute.

Le gallette di riso sono sotto osservazione già da diverso tempo con il risultato che al loro interno presentano arsenico inorganico in quantità minima che sommato a tante gallette possono arrivare ad un livello troppo alto in grado di avvelenarci e di dare effetti negativi a lungo termine.

Il controllo ha interessato oltre 200 tipi di riso e più di 1000 prodotti che lo contengono, il livello di arsenico riscontrato varia molto da prodotto in prodotto e le gallette di riso sono quelle che ne contengono in quantità maggiore.

Attualmente la FDA non ha lanciato allarmi ma continua a tenere sotto osservazione questi tipi di prodotti per capire l’eventuale livello di rischio.

Per ora si raccomanda di limitarne il consumo e di ricordarci che oltre al riso ci sono tanti altri cereali tra cui possiamo scegliere.

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7 cibi che fanno male alla dieta (e non lo sapete)

7 cibi che fanno male alla dieta (e non lo sapete)

Ci sono alcuni cibi che alcuni nutrizionisti stanno oggi mettendo nella “lista nera” segnandoli come cibi da evitare, sebbene solo pochi anni fa venissero considerati salutari quando non un vero e proprio toccasana.

dieta

  1. Gallette di riso. Le gallette di riso sono spesso considerate il “cibo dietetico” per eccellenza, per il ridotto apporto di grassi. Il problema però è che hanno un indice glicemico di 91 (il glucosio puro è 100) e tende a “sballare” i valori di zuccheri nel sangue, con rischi per la salute e interferendo con la perdita di peso.
  2. Condimenti per insalata senza grassi. Olio di oliva e aceto farebbero bene in una dieta, e almeno in Italia è raro che vengano sostituiti con prodotti “dietetici”, cosa che avviene però con una certa frequenza in altri paesi: i “sostituti” però hanno la tendenza a contenere zuccheri, fruttosio in particolare, e alcuni li definiscono come “più adatti ad un esperimento di chimica che ad una tavola”.
  3. Seitan. Il seitan è un sostituto della carne, costituito ricavato dal glutine del grano tenero o da altri cereali come farro o Kamut. Alcuni nutrizionisti mettono in guardia dal consumare un alimento costituito quasi completamente da un un potenziale allergene (il glutine, appunto, normalmente presente solo in piccole quantità nelle farine), anche se non si è intolleranti al glutine.
  4. Squalo. Il pesce è un alimento benefico, ma è anche un rischio a causa dell’inquinamento dei mari, in particolare per il fatto che la carne di pesce può per questo motivo contenere del mercurio. Il rischio di presenza di mercurio sarebbe massimo per la carne di squalo.
  5. Cereali alle vitamine. Apparentemente alcuni cereali alle vitamine non sarebbero cereali “naturali” non trattati, quanto piuttosto dei normali chicchi a cui poi vengono (chimicamente) aggiunti minerali, vitamine e fibre sintetiche in proporzioni simili a quelle naturali. Serve quindi fare attenzione a quali cereali si sceglie, insomma.
  6. Bibite zuccherate. Per noi italiani è molto più chiaro che per gli americani: le bibite zuccherate vanno evitate (e soprattutto, ne va evitato l’abuso) dato che l’apporto di zuccheri è tale che abbassa anche il “colesterolo buono” e i livelli di trigliceridi.
  7. Semolino. Il semolino è sotto accusa per lo scarso contenuto di vitamine e minerali, ma anche per lo scarso sapore: spesso per dargli gusto si tende ad abbondare con grassi saturi (da burro, creme, ecc.), che fanno più danni dei benefici del semolino.
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domenica 7 febbraio 2016

Sport e Fertilità Negli uomini

Sport e Fertilità Negli uomini

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Gli scopi evoluzionistici di questi squilibri sono del tutto uguali a quelli femminili. a che scopo procreare se si è in una situazione di sottonutrizione se il cibo ingerito e l’energia consumata per lo sport è in negativo?
La quantità e la qualità del cibo ingerito ha un’importanza determinante, va ricordata l’importante azione della leptina (che è indice di corretta nutrizione) sull’ipotalamo, che garantisce una corretta segrezione ormonale verso i testicoli e, a cascata la segrezione di tutte le molecole necessarie a un’intensa e fertile vita sessuale. in assenza di segrezione l’eptinica l’ipotalamo smette di inviare all’ipofisi segnali di fertilità. Del resto non è una condizione patologica è una scelta di minor consumo, quando questo consumo si rivelerebbe inutile ai fini evolutivi riproduttivi, (o manca il cibo o quello che c’è non contiene i necessari nutrimenti). Il nostro corpo controlla sia la quantità del cibo che la qualità.
Bibliografia, A.S.S. L’Accademia Scienza Dello Sport Dott.essa Paola Bruzzone.

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Infortuni sportivi e livelli di stress sono collegati?

Infortuni sportivi e livelli di stress sono collegati?

Gli infortuni fanno parte della vita sportiva di un atleta. Osservando i dati possiamo comprendere come questo fenomeno sia pervasivo e tocchi una parte cospicua della popolazione sportiva.

Ogni anno la metà degli atleti dilettanti sono costretti a rinunciare a prendere parte ad una competizione, perchè infortunati (Garrick, Requa, 2003) e un quarto di questi infortuni richiede almeno una settimana di stop (Tamorri, Benzi, Reda, 2004).

Una domanda che possiamo porci è: questi infortuni sono unicamente riconducibili a fattori di natura fisica dell'atleta, a fattori legati al contesto in cui si pratica sport, a errori di programmazione, oppure esistono delle componenti psicologiche che favoriscono questi spiacevoli fenomeni?


In letteratura il modello teorico più riconosciuto è il modello stress-infortunio sviluppato da Andersen e Williams (1999). Questo modello evidenzia come il presentarsi di infortuni sia strettamente collegata allo stress vissuto durante la pratica sportiva/vita quotidiana, rapportato con le risorse personali dell'atleta nel fronteggiare questi stressor.

Secondo questo modello teorico un atleta sottoposto ad alto stress, ma dotato di basse risorse interne per fronteggiare lo stress, sarà molto più soggetto ad infortuni. Di contro un atleta sottoposto ad alto stress, ma con buone risorse interne, subirà un numero inferiore di infortuni.

Uno studio che dimostra come i livelli di stress percepiti siano intimamente connessi con la frequenza degli infortuni è stato sviluppato da Bramwell (1975). I risultati di tale studi connettono i livelli di stress alla probabilità di subire infortuni durante una stagione atletica. Gli atleti sottoposti ad alti stress subivano infortuni in circa il 70% dei casi, a stress medi nel 50% dei casi e a stress bassi nel 30% dei casi.

Da quanto appena detto sembra quindi evidente come sia fondamentale evitare una vita sportiva ed extra sportiva ricca di stress e maturare delle buone competenze psicologiche per evitare l'occorrenza di infortuni. Una costellazione di tratti di personalità utile a fronteggiare lo stress è denominata vigoria psicologica, già trattata precedentemente in un post (rintracciabile tramite il link apposito). 

Una domanda che può sorgere è come mai un alto livello di stress può favorire l'insorgenza di infortuni. Le motivazioni principali sono 3 (Tamorri, Benzi, Reda, 2004):

  • Affaticamento fisico e muscolareQuando si genera un alto livello di stress il nostro organismo si attiva e si producono una serie di processi come: respirazione più frequente; battito cardiaco più veloce, contrazione muscolare. Questi processi sono utili per reagire ad una situazione di pericolo (es: scappare da una tigre), ma se vengono protratti nel tempo portano ad un affaticamento generalizzato del corpo e ad un'incapacità di recuperare dagli sforzi prodotti. Un atleta stressato avrà durante la giornata i battiti leggermente più alti, respirerà più velocemente e i suoi muscoli saranno generalmente più contratti. Quando tornerà da un allenamento sarà, inoltre, più difficile distendere i muscoli, far scendere il battito e rilassare la respirazione. Anche il sonno sarà meno ristoratore. Viene da sè che una situazione come questa è il contesto in cui è più facile che si generi un infortunio;
  • Difficoltà a focalizzare l'attenzioneper un atleta stressato mantenere l'attenzione ad un livello elevato sarà un compito più gravoso, mentre sarà facile distrarsi. Gli stimoli non necessari entreranno con semplicità nel suo campo attentivo, distogliendolo dagli aspetti importanti. Durante una corsa a piedi sarà per lui più complicato accorgersi di quando il suolo sia sconnesso o, durante una partita di calcio, entrerà sul pallone scomposto. Anche se si sforzerà di mantenere la concentrazione, potrà bastare uno stimolo negativo come un messaggio dagli spalti o un pensiero negativo per far crollare la sua attenzione. Anche in questo. caso credo sia palese come questo sia un fattore fortemente connesso al presentarsi di infortuni;
  • Riduzione del campo visivoquando viviamo un periodo di stress il nostro campo visivo si restringe e le informazioni visive contenute nelle parti esterne del nostro campo non ci possono più essere d'aiuto. Un ciclista stressato, ad esempio, sarà quindi più soggetto a cadute in gruppo, perchè coglierà con maggiore difficoltà utili informazioni visive.

BIBLIOGRAFIA

Andersen, M.B., Williams, J.M, (1999), Athletic injury, psychological and perceptual changes during stress, Journal Sport Science

Bramwell, S.T., Masuda, M., Wagner, N.N., Holmes, T.H., (1975), Psychological factor in athletic injuries: development and applcation of the social and athletic readjustment rating scale, Journal Human Stress

Garrick, G.K., Requa, R.K., (2003), Sport and fitness activities: the negative consequences

Tamorri, S., Benzi, M., Reda M.A., (2004), Psicologia del rischio d'infortunio nello sport: rewiew e studio di una casistica di atleti agonisti nel rugby, Italian Journal of Sport Sciences;

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lunedì 1 febbraio 2016

I FIORI DI BACH COME RIMEDIO PSICOSOMATICO

I FIORI DI BACH COME RIMEDIO PSICOSOMATICO

I fiori di Bach si impiegano essenzialmente per riequilibrare lo stato emotivo, che una volta ritornato in armonia, di solito risolve anche i problemi a livello fisico, sempre se non è degenerato. Secondo la visione olistica e psicosomatica, il corpo e la mente si muovono su piani differenti, lo psichico e il fisico, ma pur manifestandosi entrambi nella loro sintomatologia su piani differenti, in realtà sono l’espressione di un unico processo di disagio o di benessere a seconda delle circostanze. Gli antichi romani dicevano " Mens sana in corpore sano". 

I fiori di Bach aiutano a far capire che non si ha più bisogno del sintomo per mantenere il proprio equilibrio, perché ammalarsi è anche un modo, e l’unico, che in quel momento ci permette di stare paradossalmente bene, anche se stiamo male con noi stessi.

I Fiori di Bach guariscono le nostre ansie, le nostre paure, le nostre preoccupazioni, i nostri difetti e i nostri errori lasciandoci migliori. Hanno il potere di restituire armonia alla nostra vita. 

La floriterapia di Bach potrebbe essere definita come una “Terapia di armonizzazione e purificazione sul piano psichico”.

Le diluizioni dei rimedi floreali di Bach svolgono un’indubbia funzione di attivazione efficace e profonda, catalizzano e promuovono un insieme di processi, sintetizzabili nel concetto di un aumento della conoscenza, della consapevolezza e della coscienza di sé; ciò comporta, inevitabilmente, l’attraversamento di momenti e passaggi “critici”. 

I momenti più intensi di questi eventi possono spesso caratterizzarsi con un’accentuazione di stati emozionali negativi, che vengono classicamente indicati come “crisi di coscienza”. Tale avvenimento viene definito dettagliatamente alla luce del concetto di crisi, così come è espresso nella lingua cinese e alla luce dei concetti di conoscenza, consapevolezza e coscienza.

La peculiare modalità con cui è preparato il rimedio floreale conferisce all'infusione una particolare “informazione di campo” in grado di entrare in risonanza con il nostro organismo. La risonanza è quel principio fisico che porta un diapason inerte a vibrare quando interagisce con una precisa informazione, anche se detta informazione non è "detettabile" ai nostri organi di senso.

Le indicazioni terapeutiche dei  Fiori di Bach, sono sicuramente ed in prima istanza, indicazioni volte a correggere il disagio emotivo. I Rimedi sono molto consigliati per le crisi d’ansia, per la depressione di grado lieve-moderato, per alcune forme di fobia, per l’insonnia ed i disturbi psicosomatici. Ma anche molto interessanti sono gli effetti di riequilibrio che i Rimedi Floreali esprimono sui disagi emotivi e sui sentimenti reattivi ad importanti problematiche organiche quali: l’infarto, il cancro, l’AIDS, ecc.

Ultimamente si stanno inoltre scoprendo molte applicazioni di natura strettamente e primariamente fisica nell'ambito dell’utilizzo dei Rimedi Floreali: cura del dolore, delle infiammazioni, delle reazioni allergiche, del prurito e così via.

La Floriterapia si pone oggi, sempre più, come un’utile strumento d’integrazione della medicina accademica, soprattutto per l’assoluta"mancanza di effetti collaterali" e per la facile integrabilità con i farmaci di sintesi chimica e con le metodiche tradizionali, in cui per alcuni casi è d’indispensabile complemento. Essa è però foriera di risultati interessanti anche se praticata da sola e come metodica di primo impiego.

Per chi si avvicina e non conosce i Fiori di Bach

Possono essere diversi i motivi per cui ti trovi su questa pagina, magari non è la prima volta che senti parlare dei Fiori di Bach ma non ne sai molto, anzi hai una certa confusione; oppure è una semplice curiosità la tua quella di leggere cosa penso e scrivo in proposito. La curiosità...

… La curiosità è quello stimolo che spinge a cercare e ad andare in fondo alle problematiche, che consente l'arricchimento e l'ampliamento di vedute; per dirla con una parola: è il segnale della vitalità!

L'essere umano è un Mondo molto complesso, ne siamo tutti convinti, ovviamente!!!... Fatto di un corpo, di una mente e di emozioni; tutte queste parti sono interconnesse, cioè nessuna può vivere senza l'altra ed ognuna influenza l'altra!!!

Per meglio comprendere l'intima relazione che esiste tra le mente, le emozioni ed il corpo, basta riflettere a come ci si sente quando i pensieri sono negativi e soprattutto che cosa si prova quando questi si ripetono nel tempo, qual è lo stato d'animo che si crea. Le emozioni che si generano, dunque sono tante, come: lo scoraggiamento, l'inquietudine, la sfiducia, la malinconia, la preoccupazione, l'indecisione, l'apatia, l'amarezza e tanto altro ancora; alla lunga anche il corpo comincia a non stare più bene, iniziano i primi sintomi del mal-essere.

I pensieri hanno condizionato le emozioni, provocando reazioni nel corpo.!

E' possibile anche fare un discorso inverso, e cioè, basta pensare a quando si è provato un dolore nel corpo che ha determinato una tale sofferenza fisica da rendere la mente e lo stato d'animo completamente in black-out. In questo caso è la sofferenza del corpo a generare uno stato di mal-essere nella mente e nelle emozioni!

Oppure, si pensi invece alla sensazione di felicità provata quando è giunta una telefonata inaspettata da una persona cara, e questo meraviglioso stato d'animo ha influenzato la mente ed il corpo. La gioia, pervade il corpo e la mente di una particolare eccitazione.

Se tutto questo è chiaro, cioè della correlazione tra corpo mente ed emozioni, sento la necessità di introdurre un concetto fondamentale ed è quello che tutto ciò che esiste nell'universo è energia, questo lo si può dire grazie ad Einstein; quindi esseri animati e non sono fatti della stessa sostanza, cioè energia!!! Ed è su questo piano che agiscono i Fiori di Bach.

Edward Bach medico, patologo, batteriologo, immunologo, un grande studioso e ricercatore, un essere umano illuminato ed ispirato, sperimentò un suo personale percorso con l' energia!!!

Osservò la natura ed in particolare quella dei Fiori e in una delle sue lunghe passeggiate per il Galles spinto da intuito, colse un Fiore in una bellissima giornata di sole, con ancora su della rugiada, lo mise sulla lingua e con sua grande sorpresa percepì sensazioni emotive, fisiche e mentali. Fu così che Bach scoprì nei Fiori il potenziale energetico della pianta, elaborando un particolare metodo di estrazione e di conservazione, individuando in ogni Fiore una particolare natura e caratteristica (cioè uno stato d'animo) in grado di entrare in contatto con l'energia di altri esseri viventi (uomini, animali e piante) attraverso le vibrazioni energetiche.

Bach, comprese che attraverso l'energia dei Fiori era possibile guarire dalla malattia, curando le emozioni bloccate e represse causate da eventi traumatici subiti fin dalla nascita per vivere con dignità e libertà e intraprendere così un cammino di crescita e consapevolezza!

I Fiori sono un meraviglioso mondo così come lo siamo noi! è importante però che l'uomo si assuma la responsabilità della propria vita e del suo cammino, tutto serve per la propria crescita!

I Fiori di Bach innanzitutto fanno equilibrare emozioni alterate, come per esempio un'eccessiva rabbia o paura vissute in un preciso momento, ma soprattutto attraverso un percorso terapeutico è possibile risalire ai Fiori che rappresentano la natura caratteriale, definiti da Bach come “Fiori Guaritori”.

I Fiori fanno emergere i nostri stati d'animo, chi siamo veramente, cioè il nostro essere più profondo, e quindi consentono di farci vedere la vera natura del nostro essere, allo stesso tempo donano equilibrio ed armonia a tutto quel sentire deviato dalle vicende "brutte" della vita!

I Fiori di Bach non sono assolutamente nocivi, non hanno alcun tipo di controindicazione ed effetto collaterale, inoltre possono essere presi tranquillamente anche se si stanno assumendo farmaci in quanto non vi è alcun tipo di interazione né con essi né con altre sostanze; non creano in alcun modo nessun tipo di dipendenza. Sono un metodo di cura semplice e naturale, adatti per chiunque: neonati fin dal primo giorno, anziani di qualsiasi età, donne in gravidanza; utili anche per i nostri amici animali ed un toccasana per le nostre piante.

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