martedì 27 settembre 2016

Gnocchi di patate light

Ingredienti
  • 1 kg di patate farinose
  • 1 uovo
  • 250-300 g di farina integrale 
  • 1 pizzico di noce moscata
  • sale q.b.



La ricetta per preparare gli gnocchi è molto semplice: lava innanzitutto bene le patate e mettile (senza sbucciarle) in una pentola capiente piena di acqua fredda non salata, accendi il fuoco e porta ad ebollizione, lasciandole cuocere fino a che non saranno ben cotte (per capirlo, ti basterà infilzarle con uno stecco: se non oppone resistenza ed entra facilmente, allora vuol dire che sono cotte).

Non appena le patate saranno pronte, scolale, pelale e schiacciale con uno schiacciapatate, formando un mucchietto sulla spianatoia infarinata. Aggiungi un pizzico di sale, l’uovo, la farina e impasta velocemente il tutto fino ad ottenere un composto liscio e compatto; è importante impastare velocemente perchè una lavorazione lunga renderebbe l’impasto colloso. La dose di farina è indicativa, in quanto dipende dalla capacità di assorbimento delle patate: non devi aggiungerne troppa altrimenti gli gnocchi risulteranno duri e gommosi, ma nemmeno troppo poca, altrimenti si disferanno durante la cottura. L’impasto giusto è malleabile, morbido, elastico e compatto.

Suddividi l’impasto in filoncini dello spessore di 2 centimetri e poi suddividili in pezzetti di 2-3 centimetri circa, disponendoli su di una superficie infarinata. Per finire, puoi dargli la loro forma caratteristica rigata facendo scivolare ogni gnocco sui rebbi di una forchetta (se hai l’assicella apposita, tanto meglio) e pressandolo leggermente con il pollice.

Per preparare invece gli gnocchetti ti basterà realizzare dei cilindretti dello spessore di 1,5 centimetri e poi tagliarli a pezzetti di 1,5 centimetri. Per gli gnocchetti non è prevista la rigatura come per gli gnocchi.


Per preparare le chicche, invece, dovrai realizzare dei cilindretti di 1 centimetro e tagliarli a bastoncini di 1 centimetro. Anche per questo formato non è prevista la rigatura come per gli gnocchi normali. Volendo puoi lavorare con i palmi delle mani i vari pezzetti di impasto dandogli una forma sferica.

Lascia riposare gli gnocchi su di un vassoio infarinato per 15 minuti in modo che abbiano il tempo di compattarsi e raffreddarsi.

Trascorso il tempo di riposo, falli cuocere in una pentola capiente piena di acqua salata in ebollizione fino a quando saliranno tutti a galla.

Per scolarli, ti consiglio di usare un mestolo forato o una schiumarola prelevandoli direttamente dall’acqua e mettendoli direttamente nella padella del condimento, in questo modo gli gnocchi non si rovineranno.

A questo punto, gnocchi, gnocchetti o chicche, puoi condirli semplicemente con burro fuso e parmigiano grattugiato, salsa al pomodoro, ragù, pesto o salsa ai formaggi. Oppure puoi seguire la ricetta degli gnocchetti alla Montecristo che trovi nella sezione dei primi piatti, sono deliziosi!

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou


lunedì 26 settembre 2016

Come sostituire il burro in cucina


Come sostituire il burro nei dolci e non solo? Il burro nella cultura gastronomica internazionale è sinonimo di “preparazioni dolci”. Se siete vegani siamo certi che una delle domande più frequenti che vi pongono amici e parenti amanti della cucina è: “Ma come li prepari i dolci quindi?”. In verità, la pasticceria così come la cucina salata senza burro esistono, ma iniziamo con ordine.

Che cosa è il burro?

Il burro è il risultato della lavorazione della parte grassa del latte di diversi animali anche se, secondo la legge italiana, con la definizione “burro” è possibile denominare solamente una crema che sia derivata dal latte vaccino. Il burro, però, può anche essere di bufala, di capra o addirittura di yak, come accade in Tibet dove con questa crema si prepara il “Bo cha” ossia un tè a base di burro di yak, sale, latte, bicarbonato, foglie di tè e acqua calda sbattuti insieme in un recipiente di legno. Il burro è composto per circa l’80% di parte grassa, da una parte di acqua e poi da lattosio e proteine.

Curiosità

L’origine del burro è molto antica: Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” lo cita definendolo “Un alimento raffinato per popoli barbari”. Nel Medioevo, invece, la Chiesa ne vietò l’uso durante la Quaresima, ma concedeva, a pagamento, delle indulgenze per poterlo consumare: con i fondi raccolti venne costruita una delle torri della cattedrale di Rouen detta, appunto, “torre del burro”.

Come sostituire il burro nei dolci e salati

Per prima cosa è necessario chiarire che utilizzare il burro come condimento (base per soffritti, o condimenti della pasta) non è un’ottima abitudine, anche se non siete vegani. Il burro, infatti, è ricco di colesterolo. In generale, quindi, per condimenti o stufature di basi per preparazioni, l’olio extra vergine di oliva andrà benissimo.

  • Il burro, nelle vostre ricette dolci, può essere sostituito con l’olio extravergine di oliva. La proporzione da seguire è: 100 grammi di burro si sostituiscono con 80 grammi di olio. Potete utilizzare anche l’olio di semi di mais, se valutate che il sapore molto deciso dell’olio extravergine di oliva possa coprire o contrastare con quello del vostro dolce.
  • Il burro può essere sostituito anche con la panna di soia: quest’ultima è meno calorica e con un sapore più delicato dell’olio. La proporzione da seguire è la seguente: per 100 grammi di burro si usano 125 grammi di panna di soia.
  • E’ possibile sostituire il burro con lo yogurt di soia, anche qui la proporzione è la seguente: per 100 grammi di burro si utilizzeranno 125 grammi di yogurt di soia. Lo yogurt di soia è particolarmente indicato per la preparazione di dolci da forno ai quali volete conferire particolare morbidezza, come i muffin.
  • Potete sostuire il burro anche conil burro di soia o la margarina di buona qualità: questi due ingredienti, se di produzione industriale, sono certamente “controversi” poichè nel primo spesso è presente l’olio di palma che, se non biologico, ha un impatto ambientale molto alto, mentre la margarina può contenere latte in polvere ed è ricca di grassi. E’ necessario quindi acquistarla dopo aver verificato con attenzione gli ingredienti in etichetta. Nel dubbio, è meglio preparare la margarina  vegetale in casa.
SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou

domenica 25 settembre 2016

Spuntino veloce paleo proteico

Ecco uno spuntino veloce, ma allo stesso tempo paleo e proteico.



150 gr albume 
50 gr farina di cocco 
A piacere 
1 banana 

La giusta ricarica per la colazione o semplicemente un post workout con i fiocchi 

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou

venerdì 23 settembre 2016

Crêpes al Cocco

Crêpes al Cocco


Ingredienti per 6-7 Crêpes 

Procedimento

  1. Miscelare il cocco grattugiato con il pizzico di sale, aggiungere le uova e il latte di cocco. Mescolare bene con una frusta e far riposare la pastella per 10 minuti per dare la possibilità al cocco grattugiato di idratarsi.
  2. Mescolare la pastella e versare la quantità di 4-5 cucchiai in una padella antiaderente, preferibilmente una padella da crêpes con fondo piatto, calda e unta con poco olio di cocco. 
  3. Distribuire velocemente la pastella in modo uniforme nella padella e riempire tutti gli spazi vuoti, cuocere per circa 1 minuto o finché i bordi si staccano facilmente dalla padella e al centro della  crêpe si formano delle bolle, quindi capovolgere la crêpe e cuocere dall'altro lato fino a quando sarà leggermente dorato.
  4. Ogni 2-3 crêpes, con un pennello da cucina, ungere con olio di cocco la padella e sistemare le crêpes cotte su un piatto.
  5. Servire con ripieni dolci o salati.
SuggerimentiLo strato di pastella dovrà essere sottile altrimenti diventa una frittata e la padella deve essere calda ma non rovente per non far rapprendere troppo velocemente la crêpe. 
Le crêpes si possono conservare 1-2 giorni in frigorifero e riscaldare prima di servire.

Per la versione dolcesi possono farcire le crêpes con frutta fresca e frutta secca. 
Per la versione salata si possono scegliere ripieni a base di carne (ad esempio macinato di carne, oppure ritagli di pollo arrosto), pesce (ad esempio salmone selvaggio o gamberetti) oppure verdure.

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou


mercoledì 21 settembre 2016

Tè nero, benefici e controindicazioni

Tè nero, benefici e controindicazioni

tè nero benefici

Tè nero: benefici, proprietà, effetti collaterali e controindicazioni. Tutte le informazioni sul consumo di tè nero. Dai tempi di infusione agli effetti sulla salute.benefici del tè nero sono stati esaminati fin dalle prime infusioni di Camellia sinensis, risalenti a circa 4.700 anni fa, in Cina. Stando alla cultura diffusa in Cina all’epoca e sostenuta dall’Imperatore Shennong, il tè nero era utile per migliorare un gran numero di malattie. Oggi la ricerca scientifica ci mostra le reali proprietà del tè nero, controindicazioni ed effetti collaterali compresi.

Tra i benefici segnaliamo subito l’impatto positivo sui livelli di colesterolo. Una ricerca intitolata “Green and black tea for the primary prevention of cardiovascular disease” e portata a termine nel giugno 2013, ha esaminato l’impatto del tè nero e del tè verde sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, la ricerca ha concluso che il  nero, consumato per un certo periodo, abbassa le concentrazioni di colesterolo LDL di 7,74 mg/dL.

Alcune miscele di tè nero potrebbero avere proprietà differenti perché coadiuvate da altre sostanze, è il caso del “Tè Earl Grey”, una miscela di tè nero che porta con sé le proprietà dell’olio essenziale di bergamotto. Altri potenziali benefici sono collegati all’uso topico, come l’uso del tè nero per la cura di capelli e pelle.

Il tè nero fa dimagrire?

Quando si parla dei benefici di una o di un’altra sostanza arriva la fatidica domanda… ma fa dimagrire? I potenziali effetti dimagranti del tè nero sono collegati alla caffeina e alla teanina. Il tè contiene teanina e caffeina in concentrazioni di circa il 3% del suo peso secco.

Quanta caffeina contiene il tè?
Una tazza di tè nero (circa 250 ml) arriva a contenere tra i 30 e i 90 mg di caffeina a seconda della miscela e del tipo di fermentazione. Il tè nero contiene anche piccole quantità di teobromina e teofillina. L’ipotesi che il tè nero o il tè verde possano avere un impatto positivo sulla perdita di peso è legata all’apporto di queste sostanze stimolanti che sono in grado di dare una spinta momentanea al metabolismo). Nonostante queste basi, una ricerca condotta per 12 mesi su un campione di volontari non ha mostrato alcuna evidenza clinica sul presunto effetto dimagrante del tè nero.

Per tutti gli altri benefici vi rimando all’articolo Tè nero, proprietà.

Tè nero, effetti collaterali e controindicazioni 

Il tè nero è controindicato nelle persone che soffrono di anemia (carenza di ferro), di calcoli renali e il suo consumo deve essere limitato dalle donne in gravidanza.

Tra gli effetti collaterali associati a unelevato consumo di tè nero vi è l’insufficienza renale e un cattivo assorbimento del ferro. Bere una quantità eccessiva di tè nero può, da un lato, inibire l’assorbimento del ferro e dall’altro causare un insufficienza renale. Il tè contiene ossalato ma la ricerca dimostra che la biodisponibilità di questa sostanza è bassa, quindi per far si che questi effetti collaterali possano verificarsi bisognerebbe assumere massicce dosi di tè nero.

Come riutilizzare le foglie di tè nero

Tè nero e tè verde sono entrambi ricavati dalla Camellia sinensis pertanto, per riciclare le foglie di tè nero (o le bustine d’infusione del tè), potete seguire i miei suggerimenti nella pagina “come riutilizzare le foglie di tè verde.

Te nero  e tempi di infusione

E’ lecito domandarsi per quanto tempo bisogna lasciare in infusione il tè nerose si pensa che in base alle tempistiche si possono modificare sia l’aroma, sia le proprietà dello stesso infuso. Con l’infusione diamo modo ai principi attivi di solubilizzarsi in acqua, più aumentano i tempi di infusione e più “carico” e “forte” sarà il nostro tè nero.

In generale, bastano 2,25 grammi di tè nero pero 180 ml di acqua oppure, circa un cucchiaino di tè nero per una tazza d’acqua.

A differenza del tè verde che assume un gusto amaro quando tocca alte temperature, il tè nero deve essere immerso in acqua bollente.

Il tempo di infusione dipende dal tipo di tè nero impiegato. Il tempo di infusione di una varietà delicata come il tè nero Darjeeling è di circa 3 – 4 minuti. Generalizzando è possibile affermare che per i tempi di infusione del tè nero a foglia macinata dovrebbero bastare 3 minuti perché la superficie di contatto con l’acqua è maggiore. Al contrario, con il tè nero a foglia intera o con il tè nero servito con il latte, si possono allungare i tempi di infusione.

Aumentando i tempi di infusione si hanno più possibilità di ottenere un infuso di tè nero amaro. I tempi di infusione dovrebbero essere stimati non in base alla varietà di tè ma per soddisfare il palato di chi beve.

Attenzione!
Solo di recente sono state sollevate preoccupazioni sull’impatto dei pesticidi rilasciati nell’infuso dalle foglie del tè. Insieme ai principi attivi, aumentando i tempi di infusione, nell’acqua si disciolgono anche gli agenti inquinanti nocivi dettati dalle coltivazioni intensive. Scegliere un tè nero prodotto da coltivazioni con metodo biologico è fondamentale per evitare il rischio di pesticidi e altri composti nocivi.

Le piante di tè (Camellia sinensis) assorbono fluoruri dal terreno e possono contenere tracce di ferro, alluminio e piombo. Non si tratta di proprietà intrinseche del tè nero bensì di conseguenze della coltivazione intensiva. Per questo motivo, al momento dell’acquisto, bisognerebbe scegliere un tè nero (o una miscela di tè nero) biologica e ancora meglio se raccolta a mano. Con il raccolto a mano si tendono a scartare le foglie più vecchie e quindi più ricche di fluoruri, ferro, alluminio e piombo.

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou


lunedì 19 settembre 2016

Quali sono gli alimenti privi di carboidrati e come inserirli nella dieta

Quali sono gli alimenti privi di carboidrati e come inserirli nella dieta

Alimenti senza carboidrati

In una dieta dimagrante si tende a privilegiare alimenti privi di carboidrati, o quasi, limitando, conseguentemente, tutti quei cibi che li contengano, come la pasta, il pane, i legumi e alcuni ortaggi. In definitiva, perciò, per stare alla larga dai temuti carboidrati che innalzano l’indice glicemico e non aiutano a perdere peso, cosa si deve mangiare? Prima di passare all’elenco vero e proprio dei cibi indicati, sarebbe meglio fare una premessa. Una dieta ipocalorica, per essere efficace ma soprattutto per non compromettere la buona salute di un individuo, dovrebbe essere studiata sulla persona.

Se i chili da perdere sono più di 2-4, allora la cosa migliore da fare è recarsi da un bravo dietologo o un nutrizionista e farsi prescrivere il regime alimentare giusto per il proprio fabbisogno calorico. Se, invece, il problema sono solo quei pochi chiletti messi su tra le feste di Natale e il Carnevale, allora effettivamente ridurre moltissimo la quantità di carboidrati e zuccheri per un breve periodo di tempo, giusto qualche settimana, può aiutare a smaltirli.

Naturalmente poi non bisogna riprendere subito a mangiare come prima, in quanto un’alimentazione corretta dovrebbe essere seguita sempre, e quindi se di carboidrati si deve parlare, in termini di pane, pasta, riso, cereali ecc, meglio sceglierli integrali, perché saziano di più e hanno in minor indice glicemico.

Inoltre le fibre in essi contenute facilitano il transito intestinale riducendo il gonfiore addominale. Ma veniamo alla lista degli alimenti privi di carboidrati, essi sono soprattutto alimenti proteici, come carne e pesce, ma anche verdure. 

Attenzione che privi di carboidrati non significa privi di grassi, anzi!

  • Pesce di tutti i tipi, inclusi molluschi e crostacei
  • Carni di tutti i tipi, anche conservate inclusi insaccati e salumi
  • Uova
  • Oli vegetali, e condimenti animali come il burro 
  • Funghi freschi (ma non quelli secchi e disidratati)
  • Verdure a foglia verde come indivia riccia, scarola, bietola, spinaci, lattuga romana ecc. Radicchio, ortaggi come zucchine, melanzane, sedano, finocchio, ravanelli. Da evitare patate, zucca e carote e limitare peperoni
  • Formaggi, con preferenza da attribuire a parmigiano e grana e ricotta, mentre i formaggi freschi a pasta filata come la mozzarella hanno più carboidrati. Anche il latte ha una certa quantità di carboidrati
SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou

sabato 17 settembre 2016

I cornetti veloci e leggeri



I cornetti veloci sono una ricetta che dovete assolutamente provare. 

Ingredienti per 8 Croissant light integrali al miele

  • 220gr di farina integrale (700 cal)
  • 30gr di zucchero di canna (108 cal)
  • 70gr di yogurt greco total fage 0 grassi (36 cal)
  • 50gr di acqua
  • 1 presa di sale
  • 1 cucchiaio di olio d’oliva (90 cal)
  • 10 grammi di lievito di birra secco in polvere (in inverno mettetene 13-15gr)
  • la buccia di una arancia
  • 10gr di miele millefiori per l’impasto (30 cal)
  • 10gr di miele millefiori per la spennellatura esterna (30 cal)

Preparazione:
• I cornetti veloci sono semplicissimi e velocissimi da realizzare. Preriscaldate il forno a 180 gradi. In una ciotola capiente, versate la farina, il lievito, lo yogurt bianco e il resto degl'ingredienti. Lavorate l'impastando per bene con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo, soffice e non appiccicoso.

• Una volta pronto l’impasto dei cornetti veloci, stendetelo con un mattarello a formare un cerchio, ad uno spessore di circa 3 mm di spessore. Tagliate il cerchio a metà, poi in 4 e poi in 12 parti, otterrete 12 triangolini, ognuno di essi sarà un cornetto. Praticate un taglietto alla base del triangolino, mettete un po’ di ripieno ed arrotolate il triangolino su se stesso. Procedete in questo modo fino a realizzare tutti i cornetti veloci e disponeteli su di una teglia rivestita da carta da forno, distanziandoli tra loro perché in cottura gonfieranno un po’.

• Infornate i cornetti veloci per circa 15 minuti, dovranno risultare ben dorati. Una volta pronti, fateli raffreddare e spolverizzateli con lo zucchero a velo. I cornetti veloci rimangono sofficissimi anche il giorno dopo.

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou

Stress e disturbi da stress: sintomi e cura

Stress e disturbi da stress: sintomi e cura

Il termine stress fu impiegato per la prima volta nel 1936 da Hans Selye che lo definì come “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. In base al modello di Selye, il processo stressogeno si compone di tre fasi distinte:
1 – fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli;
2 – fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste;
3 – fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.

La durata dell’evento stressante porta a distinguere lo stress in due categorie: lo stress acuto, si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato, e lo stress cronico, cioè quando lo stimolo è di lunga durata. Gli stress cronicipossono essere ulteriormente distinti in stress cronici intermittenti e stress cronici propriamente detti. I primi si presentano ad intervalli regolari, hanno una durata limitata, e sono quindi più o meno prevedibili. I secondi sono invece rappresentati da situazioni di lunga durata che investono l’esistenza di una persona e che diventano stressanti nel momento in cui rappresentano un ostacolo costante al perseguimento dei propri obiettivi. Oltre alla durata, è importante anche la natura dello stressor. Possiamo avere stressor benefici, detti eustress, che danno tono e vitalità all’organismo e stressor nocivi, detti distress, che possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie.
Lo stress può essere provocato da:

  • eventi della vita sia piacevoli che spiacevoli (ad esempio: matrimonio, nascita di un figlio, morte di una persona cara, divorzio, pensionamento, problemi sessuali);
  • cause fisiche: il freddo o il caldo intenso, abuso di fumo e di alcol, gravi limitazioni nei movimenti;
  • fattori ambientali: la mancanza di un’abitazione, ambienti rumorosi, inquinati sono fattori determinanti di un certo stato di stress;
  • malattie organiche: quando il nostro corpo è affetto da una malattia, l’intero organismo, nel tentativo di difendersi, si pone in uno stato di tensione che, nella maggior parte dei casi, per le scarse difese in grado di apportare, sfocia in una condizione di stress;
  • cataclismi.

Stress sintomi

sintomi da stress possono essere suddivisi in quattro categorie.

Stress sintomi fisici

Stress sintomi comportamentali

  • Digrignare i denti
  • Attitudine alla prepotenza
  • Aumento dell’uso di alcolici
  • Mangiare compulsivamente
  • Criticare gli altri
  • Impossibilita’ di portare le cose a termine

Stress sintomi emozionali

  • Piangere
  • Enorme senso di pressione
  • Nervosismoansia
  • Rabbia
  • Sentire che non c’e’ nessun significato nel vivere
  • Solitudine
  • Tensione; sentire di essere sul punto di esplodere
  • Infelicità senza un motivo valido
  • Sentirsi impotenti a cambiare le cose
  • Essere facilmente agitati o sconvolti

Stress sintomi cognitivi

  • Problemi a pensare in maniera chiara
  • Impossibilità nel prendere decisioni
  • Dimenticare le cose o distrarsi facilmente
  • Pensare di scappare via
  • Mancanza di creatività
  • Preoccuparsi costantemente
  • Perdita di memoria
  • Perdita del senso dell’umorismo

I disturbi psicologici correlati allo stress sono: Disturbo post traumatico da stress, disturbo acuto da stress, disturbi psicosomatici (asma bronchiale, ipertensione arteriosa, colite, eczema cutaneo, alopecia psicogena, ulcera gastro-duodenale), depressionedisturbo bipolaredisturbi d’ansiadisturbi della sfera sessualedisturbi dell’alimentazione (anoressiabulimia).

Stress cura

Un livello elevato di stress può essere ridotto facendo ricorso a tecniche di rilassamento e alla psicoterapia cognitivo comportamentale.
Le tecniche di rilassamento mirano a controllare e gestire le risposte fisiologiche legate allo stress. Imparando a controllare queste reazioni, l’individuo può sfruttarle a suo vantaggio per la “cura dello stress“, raggiungendo uno stato di rilassamento piuttosto che di tensione. Le tecniche di rilassamento più efficaci sono: il Jacobson, il training autogeno, il Biofeedback, la Mindfulness, la meditazione.
La psicoterapia cognitivo comportamentale, una tra le migliori “cure per lo stress“, consente all’individuo di imparare i metodi di gestione dell’ansia e per modificare i comportamenti disfunzionali. Tale approccio si focalizza sulle difficoltà presenti “qui ed ora” così da poter valutare il quadro dei comportamenti esterni o interni da modificare per la cura dello stress. Ciò implica che la cura dello stress passa attraverso l’esame dei punti di forza e delle carenze del soggetto, e un’analisi accurata degli avvenimenti che precedono e seguono il verificarsi di ogni comportamento disadattivo. All’iniziale individuazione degli schemi fissi e dei pensieri ricorrenti che mantengono il quadro sintomatologico tipico dello stress, segue la correzione e l’arricchimento di questi schemi e pensieri, al fine di correggerli ed integrarli con pensieri più funzionali per il benessere del soggetto. L’approccio cognitivo comportamentale, inoltre, aiuta l’individuo nell’apprendimento di nuove modalità di reazione emotiva e comportamentale.

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou

Esercizi di respirazione yoga pranayama

Esercizi di respirazione yoga pranayama


La respirazione yoga pranayama è una tecnica nota per chi pratica questa disciplina: scopriamo alcuni semplici esercizi per imparare a rilassare corpo e mente.

La respirazione yoga pranayama, basata su un controllo ritmico del respiro, è alla base di una disciplina come lo yoga, che punta proprio all’importanza e alla sacralità del respiro, attraverso cui si riesce anche a raggiungere una benefica condizione di rilassamento.

La parola pranayama, in effetti, è formata da prana, respiro o soffio vitale, e ayama, controllo, espansione; si tratta di un controllo ritmico della respirazione, solitamente basata su quattro fasi: inspirazione ed espirazione, intervallate da due pause in cui si trattiene il respiro.Solitamente questo tipo di respirazione prevede di realizzare dei respiri lenti, profondi e ritmici con lo scopo di favorire la concentrazione e di esercitare un maggiore controllo sulla propria mente, influendo sull’emotività e predisponendo il corpo ad un’eventuale attività di meditazione.

Tutto quello che c’è da sapere sullo yoga:

Respirazione yoga: i tipi

Nella pratica dello yoga si distinguono tre differenti tipologie di respirazione:

  • la respirazione addominale (o diaframmatica): è quella in cui si espandono maggiormente i polmoni durante la fase inspiratoria, permettendo l’accumulo di aria fresca; nella fase espiratoria, invece, i polmoni si svuotano dell’aria incamerata, favorendo un notevole ricambio di aria e una buona ossigenazione del sangue arterioso
  • la respirazione toracica (o costale): si realizza grazie alla dilatazione della cassa toracica e alla conseguente espansione dei polmoni nella fase di inspirazione, mentre l’aria viene poi espirata tramite contrazione dei muscoli intercostali e diminuzione del volume toracico
  • la respirazione clavicolare:apporta il minor volume di aria garantendo solo una ventilazione superficiale della parte superiore dei polmoni e ciò può essere all’origine di disfunzioni e patologie psico-somatiche

Sebbene la respirazione sia automatica e non controllata e rappresenti una funzione che diamo per scontata, ascoltare se stessi, prendere gradualmente consapevolezza del modo in cui respiriamo e provare ad esercitare un controllo sul respiro ci permette di capire se siamo rilassati e sereni mentalmente o se possiamo riscontrare osserviamo la presenza di alcune irregolarità respiratorie(respirazione faticosa, rumorosa o irregolare), che possono provocare agitazione mentale ed essere indice di uno stato di malessere psico-fisico dell’organismo.

Potrebbe interessarti questo libro sulla respirazione pranayama:

Benefici respirazione yoga

L’esecuzione delle tecniche di respirazione pranayama richiede un’approfondita conoscenza degli asana (le posture adottate in alcune forme di yoga, come l’hatha yoga) e per questo è necessario seguire la guida di un maestro esperto evitando di improvvisare; prima di procedere con gli esercizi di respirazione pranayama, quindi, sarà necessario seguire le indicazioni relative ai primi passi del rilassamento yogico attraverso la serie di posture previste in una sessione di yoga.

In generale, comunque, per poter realizzare una corretta respirazione, si tende ad assumere una posizione meditativa, ovvero seduti su un tappetino morbido a gambe incrociate, con la schiena dritta e il capo allineato con la colonna vertebrale mentre la testa e le spalle rimangono completamente rilassate.

Per iniziare occorre provare ad adottare un atteggiamento rilassato: mani sulle ginocchia, si comincia ascoltando il proprio respiro con il movimento ritmico dell’aria che entra ed esce attraverso le narici; quando si ottiene un respiro rilassato, si possono provare a contare i cicli di respirazione per valutarne l’uniformità, primo requisito utile della respirazione pranayama.

La respirazione pranayama, insieme alle varie posture dello yoga, apporta benefici che la rendono adatta da praticare a tutte le età: essa, infatti, favorisce l’eliminazione delle tossine dall’organismo, migliora la circolazione sanguigna, facilita i processi digestivi, rinforza le difese immunitarie e favorisce la concentrazione distogliendo la mente da pensieri negativi.

Seguendo le dovute precauzioni, si possono poi realizzare alcuni esercizi di respirazione pranayama, che vi illustriamo alcuni esercizi di respirazione.

Respirazione yoga: Bhastrika Pranayama

Bhastrika Pranayama deve essere eseguito inspirando profondamente dalle narici e ascoltando il movimento del diaframma verso il basso e poi l’espansione dei polmoni; per ultimo si espande il petto salendo fino alle clavicole, che si sollevano per ultime; la fase espiratoria prevede una rapida espulsione dell’aria dalle narici, come una sorta di sgonfiamento. Ripetere questa tecnica di respirazione per 5 minuti.

Bhastrika Pranayama

Respirazione yoga: Kapalabhati Pranayama

Consiste in una serie di respirazioni forzate che si realizzano inizialmente inalando l’aria attraverso le narici fino a far riempire i polmoni di aria per poi espirare con forza e più velocemente sempre attraverso il naso con la contrazione dei muscoli addominali. Questa tecnica di respirazione pranayama permette un completo ricambio di aria all’interno dei polmoni, oltre a purificare le vie nasali, ossigenare gli organi interni e tonificare la fascia addominale.

Kapalabhati Pranayama

Respirazione yoga: Anulom Vilom Pranayama

Si effettua chiudendo prima la narice destra con il pollice destro con una leggera pressione; si inspira quindi lentamente con la narice sinistra e intanto i polmoni si riempiono di aria e si espandono mentre il diaframma è spinto verso il basso costringendo l’addome ad abbassarsi; infine, si espande anche il petto e, per ultime, le clavicole.

A questo punto, mantenendo il pollice vicino alla narice destra, indice e medio (della stessa o dell’altra mano) chiudono la narice sinistra espirando lentamente e completamente con la narice destra e lasciando che le clavicole si abbassino, il petto si sgonfi e i polmoni si rilassino.

Dopo l’espirazione, continuare a tenere la narice sinistra chiusa e inspirare nuovamente dalla narice destra per poi chiudere ed espirare da sinistra. Il ciclo di respirazione così descritto dura per 15 minuti, scanditi da una pausa di un minuto ogni cinque.

Anulom pranayama

Vuoi acquistare questo manuale per fare esercizi yoga?

È bene ricordare che alla fine degli esercizi di respirazione pranayama e degli asana si conclude solitamente con delle posizioni di rilassamentoyogico completo, dette shavasana, come la cosiddetta posizione del cadavere, realizzata in posizione supine, con le braccia rilassate lungo il corpo e le gambe distese e leggermente divaricate; preferibilmente ad occhi chiusi e con un respiro rilassato, questa posizione consente di ridurre lo stress e favorire il totale rilassamento del corpo e per questo motivo tende ad essere utilizzata ad apertura o chiusura di alcune serie di posizioni yoga.

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:


Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness  #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #rovigram #picoftheday #photooftheday #afterlight #livefolk #liveauthentic #homeworkout #love #amoremio #loveyou