lunedì 30 novembre 2015

Perdere peso in modo naturale


1- Il caffè verde: al giorno d’oggi il caffè verde è impiegato in molti integratori alimentari votati al dimagrimento, ma la sua azione snellente è nota fin dall’antichità. La pianta contiene il famoso acido clorogenico, una sostanza che è in grado di inibire l’enzima glucosio- 6- fosfatasi e di bloccare quindi la produzione del glucosio nel fegato. Per questa ragione, la pianta abbassa il livello di glucosio nel sangue e attiva il metabolismo grazie al contenuto di metilxantine, delle sostanze brucia grassi che aumentano la termogenesi e sviluppano quindi il dimagrimento.

2- La garcinia cambogia: anche la garcinia cambogia è diventata negli ultimi anni un ingrediente eletto nei prodotti erboristici dedicati al dimagrimento. La ragione va ricercata nell’acido idrossicitrico contenuto nella sua buccia, che aiuta a bruciare i grassi in eccesso in modo naturale. La garcinia cambogia, o tamarindo, aiuta anche a normalizzare l’umore, a ritrovare tanta lucidità mentale e quindi permette di portare avanti il dimagrimento in modo sano e controllato.

3- La Gymnema: si tratta di una pianta che viene di base consigliata alle persone diabetiche, perché è in grado di stimolare naturalmente la produzione di insulina. La Gymnena contiene un acido che lavora per coadiuvare l’assimilazione dei carboidrati ed è inoltre in blando lassativo.

4- Il Fucus: il fucus è un’alga ricchissima di iodio e di altri sali minerali preziosi. Essa viene impiegata nel dimagrimento, soprattutto dalle persone che hanno la necessità di regolarizzare la tiroide e il suo funzionamento.

5- L’Agnocasto: si tratta di una pianta ricca di alcaloidi, che è impiegata per placare la fame nervosa, soprattutto nel periodo del ciclo femminile e che contesta efficacemente la ritenzione idrica.

6- Angelica: grazie all’alto contenuto di cumarine, l’angelica contrasta il gonfiore addominale, migliora la digestione e sgonfia la pancia, soprattutto in fase di menopausa.

7- Bardana: la pianta di bardana è un’arma efficace contro il ristagno dei liquidi. Il suo impiego migliora la vitalità dei tessuti e il flusso delle linfe, contrastando efficacemente la cellulite e la pelle a buccia di arancia.

8- Coriandolo e anice stellato: queste spezie lavorano per sgonfiare la pancia e quindi per favorire il dimagrimento dell’area addominale.

9- Enotera: l’enotera è una pianta molto ricca di acidi grassi insaturi, che aiuta a sgonfiare la pancia, a lenire le digestioni difficili e anche a migliorare la situazione ormonale femminile durante il ciclo o la menopausa.

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:

Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo #love #instadaily #instagood #summer #me #instagramhub #tbt #follow #cute #iphoneonly #photooftheday #igdaily #instamood #bestoftheday #iphonesia #picoftheday #igers #girl #tweegram #beautiful

LE PROPRIETÁ BENEFICHE DEL POMODORO

LE PROPRIETÁ BENEFICHE DEL POMODORO

Originario dell’America del Sud, il pomodoro è un ortaggio conosciuto e utilizzato in tantissimi paesi e particolarmente apprezzato per le sue proprietà salutari. In Cile e in Ecuador in particolare, il pomodoro esiste come pianta selvatica e grazie al clima tropicale, fornisce frutti durante tutto l’anno, mentre nelle regioni europee, se coltivato all'aperto, ha un ciclo stagionale limitato al periodo estivo. A far conoscere questa pianta anche in Europa, furono gli Spagnoli nel XVI secolo. Già in età precolombiana la sua coltivazione era conosciuta, tuttavia le piante venivano utilizzate solo come ornamento. Ciò perché il pomodoro veniva considerato una pianta velenosa a causa del suo alto contenuto di solanina, sostanza considerata in quei tempi dannosa per l’uomo e quindi non utilizzata nell’alimentazione. Non è chiaro in quale luogo ed in quale periodo il pomodoro da pianta ornamentale e velenosa, circondata da leggende popolari, sia diventata pianta commestibile, ma si ritiene che ciò sia avvenuto nel continente europeo intorno all’anno 1500.

Caratteristiche della pianta 
La pianta appartiene alla famiglia delle Solanacee (Solanum Lycopersicum). Alcuni studiosi fanno derivare il suo nome dal latino pomum aureus (mela o pomo d’oro) mentre altri lo ricollegano all’etimologia della versione azteca Xitotomate o Nahuatl Tomatl (origine messicana). Il fusto della pianta, alta al massimo due metri, non è abbastanza resistente per sostenere i pomodori e quindi ha bisogno di appositi sostegni; quando viene piantata infatti, è “aiutata” da canne di bambù piantate in terra attorno alle quali si intrecciano le foglie e i piccoli rami. I fiori si presentano a grappoli distribuiti lungo il fusto e le sue ramificazioni. Il terreno ideale per la coltura del pomodoro, deve essere ben drenato e fresco con una temperatura di germinazione di 12–13 gradi e di 22–25 gradi per svilupparsi e produrre frutti. Il pomodoro non sopporta la siccità, ha bisogno di molta acqua che nei periodi di carenze idriche deve essere fornita artificialmente. I frutti del pomodoro sono chiamati anch’essi pomodori, sono delle bacche verdi o rosse che hanno dimensioni diverse a seconda della varietà; il sapore della sua polpa è piuttosto acido e varia a seconda delle varietà. Le specie più diffuse sono: per i pomodori costolutiMarmandePantanoSamarSan Pietro Costoluto Fiorentino; per i tondi lisciMontecarloMoney MakerSunrise e Ace; per i pomodori allungatiSan MarzanoNapoli VFMaremma e Romarzano. Il pomodoro viene prodotto e diffuso in tutto il mondo (oltre cinquanta milioni di tonnellate con i maggiori produttori tra Stati Uniti, Russia, Italia, Cina e Turchia)

Proprietà 
Il pomodoro si “sposa” benissimo con le esigenze del consumatore moderno, essendo un alimento povero di calorie, con un buon contenuto in minerali e oligoelementi, ricco di acqua e dotato di tutte le vitamine idrosolubili. leggero, rimineralizzante, dissetante, con un alto potere nutrizionale, molto saporito. Il suo principale ingrediente è l’acqua (94%). Le proteine non superano l’1% e i grassi corrispondono allo 0,2%. Un altro 2,8% è costituito dai carboidrati, rappresentati da fruttosio e glucosio. Il rapporto tra elevato contenuto di acqua e basso tenore di zuccheri fa sì che il pomodoro apporti poca energia, ma di utilizzo immediato. La sua prima importante caratteristica è che il consumo costante di pomodori, facilita la digestione dei cibi che contengono fecole e amidi quali pasta, riso, patate, e aiuta a eliminare l’eccesso di proteine provocato da un’alimentazione eccessivamente ricca di carni. Ma non solo: in molti casi il pomodoro risolve problemi relativi ad una digestione lenta o ad una scarsa acidità gastrica, grazie al ricco contenuto di acido malico, arabico e lattico. Da non sottovalutare anche la sua azione disintossicante, dovuta alla presenza di zolfo. Nella componente acquosa del pomodoro sono disciolti molti sali mineralie oligoelementi, primo tra tutti il potassio (297 mg/100 g), che aiuta l’organismo a “ritrovare” l’equilibrio idrico e quindi combatte la ritenzione dei liquidi, la stanchezza, i crampi, la debolezza muscolare e l’ipertensione; segue subito dopo il fosforo (26 mg), che risulta fondamentale, insieme ai grassi, le proteine e il calcio, per la salute delle ossa e dei denti. Il calcio (11 mg/100 g) riequilibra il sistema nervoso, evita i crampi alle gambe, l’irritabilità e il di mal di testa. Tra gli oligoelementi, è presente il ferro (0,3 mg/100 g), importante per combattere l’anemia, lo zinco (0,11 mg) e il selenio (2,3 mcg) che favoriscono la riparazione delle cellule e quindi combattono l’invecchiamento della pelle. 
L’importanza del pomodoro per la buona salute, è legata anche alla presenza di fibre (2%), concentrate nella buccia e nei semi. Il caratteristico sapore del pomodoro è dovuto agli acidi citrico e malico, presenti nella sua polpa, in grado di stimolare l’appetito e rigenerare i tessuti. Questo ortaggio, inoltre, è anche ricco di vitamine in particolare la vitamina C, presente nella misura di 25 mg; basta un pomodoro per coprire il 40% degli 80 mg che un adulto dovrebbe assumere ogni giorno di questa vitamina, utilissima per la produzione dell’emoglobina e dei globuli rossi nel midollo osseo. In esso è presente anche vitamina A sotto forma di betacarotene (610 mcg ogni 100 g), che gli conferisce il caratteristico colore: un “solo” pomodoro di 100 gr. “copre” il 15% della quantità di betacarotene da assumere ogni giorno. Le vitamine del gruppo B invece, presenti anch’esse, favoriscono il ricambio e l’ossigenazione delle cellule. Infine il pomodoro è considerato ottimo per combattere il caldo e prevenire numerose patologie e disfunzioni, ma anche reumatismi e intossicazioni, è molto indicato nei casi di gotta e problemi legati all’ipertensione. Inoltre svolge anche un’azione disintossicante e rigeneratrice di cellule dei tessuti e particolarmente utile per i disturbi generativi ed arteriosclerotici. Il massimo delle proprietà si hanno ovviamente consumandolo crudo, anche se di recente si è scoperto che un altro componente importante del pomodoro il licopene, con la cottura non viene danneggiato. In alternativa al prodotto fresco può venir utilizzato appena saltato in padella, risultando così anche gradevolmente digeribile.

L’importanza del licopene nel pomodoro 
Cento grammi di pomodoro, tre volte alla settimana, rappresentano la dose minima perché il licopene possa esercitare la sua funzione preventiva. Il licopene è una sostanza responsabile del colore rosso del pomodoro. È un antiossidantenaturale in grado di proteggere le cellule dall'invecchiamento. L’organismo umano non è in grado di sintetizzare il licopene e l’unico modo di assumerlo è tramite l'alimentazione. Alcune ricerche hanno dimostrato che il modo migliore per far assumere il licopene all'organismo è cuocendo il pomodoro e trasformandolo in sugo o salsa: in questo modo si esalta il suo potere antiossidante. Come evidenziato da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica International Journal of Cancer, inserire abitualmente nella dieta settimanale un piatto a base di pomodoro, come la pasta o la pizza, significa ridurre in maniera considerevole il rischio di tumore dell’apparato digerente. Una seconda ricerca, condotta dalla Harvard Medical School su 48.000 uomini, ha rilevato che chi consuma alimenti a base di pomodoro più di due volte alla settimana, vede ridursi del 34% il rischio di cancro alla prostata rispetto a chi non ne consuma affatto. 

TABELLA NUTRIZIONALE E CALORICA PER 100 GR. POMODORO

Acqua94,0 g
Proteine1,0 g
Lipidi0,2 g
Carboidrati3,5 g
Zuccheri solubili3,5 g
Fibra totale2,0 g
Calorie19 Kcal
Sodio6 mg
Potassio297 mg
Ferro0,3 mg
Calcio9 mg
Fosforo25 mg
Tiamina0,02 mg
Niacina0,8 mg
Vit A retinolo eq610 microg
Vitamina C25 mg
Licopene16 mg

Il pomodoro in cosmesi 
Le applicazioni del pomodoro in cosmesi sono tantissime. L’industria cosmetica utilizza la sua polpa come ingrediente base per maschere tonificanti, nutrienti e rassodanti per la pelle. È ideale anche per combattere i brufoli massaggiando semplicemente il viso una o due volte al giorno, con una fettina ben lavata. Perfetto anche per ammorbidire e nutrire le pelli aride se utilizzato sotto forma di succo mescolato con olio di mandorla e radici e foglie di malva. Il connubio tra pomodoro e olio d’oliva, si è rivelato invece vincente per placare i rossori della pelle, dovuti all’eccessiva esposizione al sole. In caso di pelle grassa, occorre invece aggiungere al succo di pomodoro e all'olio d’oliva anche un pizzico di succo di limone. Anche le mani possono diventare più belle, adoperando la metà di una bacca come se fosse una saponetta e lasciandole asciugare all’aria aperta. Infine è da tenere in considerazione l’uso detergente del pomodoro: per pulire l’ottone macchiato dal verderame, basta strofinarlo con la polpa di un pomodoro maturo, poi sciacquarlo e lucidarlo con un panno di lana.




SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:

Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo 



martedì 24 novembre 2015

L'olio extravergine di oliva nella dieta

L'olio extravergine di oliva nella dieta

Lo sapevi...

Ormai tutti sanno che l'olio extravergine di oliva è un componente di base della dieta mediterranea in quanto costituisce la più importante fonte di grassi. Oggi vogliamo guardare quali sono le funzioni benefiche di questo alimento tanto comune nelle tavole italiane.

L'olio di oliva, grazie alle sue caratteristiche chimiche è considerato a ragione uno dei prodotti alimentari che danno il maggiore apporto a livello nutritivo. Si caratterizza per le elevate quantità di acidi grassi monoinsaturi e per le basse quantità di grassi saturi. Altro aspetto caratterizzante questo alimento è la presenza di vitamina E, dotata di proprietà antiossidanti.
Inoltre, grazie all'elevata quantità di acido oleico monoinsaturo e per l'abbondanza appunto di sostanze antiossidanti, l'olio di oliva esercita un ruolo benefico preventivo della cardiopatia ischemica aterosclerotica e di altre malattie cronico-degenerative*.

Infine non bisogna sottovalutare il ruolo dell'olio di oliva come condimento, in particolare delle verdure, che aiuta ad aumentarne la palatabilità e a migliorarne il sapore.

olio extra vergine di oliva

*da: "Lineamenti di dietoterapia e nutrizione clinica".

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:

Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo 

giovedì 19 novembre 2015

Il cioccolato migliora la memoria. La ricerca su Nature Neuroscience: "Ringiovanisce la mente di 30 anni"

Il cioccolato migliora la memoria. La ricerca su Nature Neuroscience: "Ringiovanisce la mente di 30 anni" 

Ilaria Betti, L'Huffington Post

Shutterstock / Liv friis-larsen

La ricetta segreta per ringiovanire la mente potrebbe far gola a molti. Secondo un nuovo studio, l'ingrediente fondamentale dell'elisir di giovinezza è il cioccolato, che avrebbe il potere di rallentare il processo di perdita della memoria nelle persone anziane. "I flavonoli, gli antiossidanti contenuti nei chicchi di cacao, possono far tornare la memoria di una persona di 60 anni a quella di un trentenne o di un quarantenne", spiegano gli studiosi della Columbia University. "Il 40% della popolazione dai 65 anni in su sperimenta episodi di perdita di memoria collegati all'età - dicono i ricercatori - il processo inizia da adulti e diventa sempre più pronunciato a mano a mano che si invecchia".

Vuoti di memoria, ricordi che si disperdono nei meandri della mente, dettagli che si dimenticano. E se il cioccolato potesse aiutarci nel rincorrere i ricordi che non si lasciano afferrare? La ricerca, pubblicata sulla rivista "Nature Neuroscience", ha coinvolto 37 volontari di età comprese tra i 50 e i 69 anni. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: il primo è stato invitato a bere ogni giorno una bevanda ad alto contenuto di flavonoli, mentre i volontari dell'altro gruppo ne hanno presa solo una piccola dose ogni giorno. Il periodo di osservazione è durato tre mesi: l'esperimento ha messo in evidenza che coloro che avevano assunto più cioccolato facevano dei collegamenti mentali più facilmente e più velocemente rispetto agli altri. 

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:

Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo 



Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Si usa il termine ipertrofia per definire l’aumento del volume di un muscolo, situazione metabolica che avviene in base a fattori di crescita e/o di sovraccarico muscolare. Essa rispecchia un processo fisiologico di sintesi che coinvolge tutte le strutture del muscolo e non solo le miofibrille contratti. In seguito all’allenamento con i sovraccarichi, siano essi manubri e bilancieri o macchine isotoniche da palestra, in presenza di determinate condizioni fisiche si ha:

a. Un aumento di numero e spessore delle miofibrille e formazione di nuovi sarcomeri, dato dall’aumento di actina e miosina, soprattutto nelle fibre rapide o bianche (IIb), quelle che meglio si adattano ad un lavoro di forza ed esplosività. Le fibre di un sollevatore di peso per esempio sono di circa il 45% più grandi rispetto ad atleta di resistenza o ad un soggetto sedentario. Tale aumento è dato dalla formazione di una fessura che porta alla rottura della linea Z, con conseguente separazione della miofibrilla ed origine di due miofibrille della stessa lunghezza del sarcomero

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Parametri che promuovono ipertrofia

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Costituzione del sarcomero muscolare e unità motoria

b. La ritenzione di adenosintrifosfato ATP, di fosfocreatina CP e di glicogeno muscolare, per via del fatto che il lavoro muscolare tramite il metabolismo alattacido porterà ad una diminuzione della riserva di fosfati, perchè durante l’allenamento la cellula muscolare si trova ad avere una richiesta di energia molto maggiore rispetto a quella riservata ai processi biologici basali e si organizzerà tenendone a disposizione una quantità maggiore per futuri eventuali stimoli. Oltremodo il lavoro lattacido ove il substrato energetico è costituito del glicogeno causerà una diminuzione dello stesso con conseguente maggiore ritenzione a livello cellulare

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Cause che portano all’ipertrofia muscolare

c. aumento del tessuto connettivodato da un ispessimento ed irrobustimento in particolare di tendini e legamenti ma anche di tessuto connettivale intramuscolare a sostegno delle fibre muscolari stesse

d. aumento di numero e dimensione dei vasi capillari e dei mitocondri. Nel soggetto allenato che pratica sport il numero dei capillari che circondano ogni fibra muscolare cresce rispetto al sedentario, maggiormente nell’atleta di endurance ma anche in chi pratica allenamento per la massa muscolare per via di una maggiore irrorazione delle miofibrille, e conseguente aumento della sezione trasversa del muscolo. Solo in chi pratica attività di forza massimale e sollevamento pesi la densità capillare diminuisce, per via di un allenamento principalmente della componente nervosa con poco afflusso di sangue ai muscoli. A contribuire all’ipertrofia muscolarevi è inoltre l’aumento di numero e dimensioni dei mitocondri, per via del fatto che l’allenamento ad alte ripetizioni e velocità di esecuzione ridotta tipo del body building apporta modifiche a livello mitocondriale simili a quelle dello sportivo di resistenza

e. aumento del numero di cellule muscolari satellite (iperplasia), portate in funzione dallo stato embrionale in seguito alle lesioni prodotte dal lavoro muscolare con i sovraccarichi e grazie al rilascio di fattori di crescita quali l’IGF1; questo porterebbe alla proliferazione di alcune cellule muscolari con un aumento del numero. Tale attivazione di fibre satellite sembra avvenire solo in seguito a necrosi cellulare causata da ipossia o lesioni delle miofibrille. Un’altra teoria ipotizza la formazione di fessure longitudinali nelle fibre che porterebbero alla separazione della stesse

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Cause che portano alla sintesi proteica

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Situazione che porta a iperplasia muscolare

Detto questo di capisce come l’ipertrofia muscolare non sia un processo di adattamento conseguente ad un’unica causa ma dato dall’insieme di diversi adattamenti dati da differenti stimoli, e per questo motivo si capisce che non esiste un solo metodo di allenamento ma un insieme di stimoli allenanti, ognuno dei quali produce adattamenti specifici che contribuiscono ad un globale processo di crescita di volume muscolare

Metodologie allenanti

Le diverse metodologie per ottenere tale processo di aumento di volume possono essere così riassunte:

– utilizzo di carichi di lavoro differenti e mirati ai diversi tipi di fibra e alle diverse componenti della cellula muscolare

– utilizzo di modalità e velocità esecutive differenziate sempre per stimolare diverse componenti muscolari 

– ricerca del massimo esaurimento di ATP e CP e glicogeno muscolare, con grande produzione di acido lattico, ambiante che favorisce i processi ipertrofici 

– lavoro con enfasi alla fase eccentrica del movimento, che causa grandi stress meccanici a livello della fibra necessarie per un’attivazione delle cellule satellite 

– movimenti a basse velocità esecutive per creare forte stress al sistema metabolico muscolare e non a quello nervoso

Oltre ad un diverso stimolo, è importante anche dedicare un volume di lavoro proporzionale a ogni singolo componente, in relazione al suo contributo in percentuale alla dimensione del muscolo

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

diverse componenti muscolari che influiscono sull’ipertrofia

Per la stimolazione all’aumento in numero e dimensione delle miofibrille è necessario un lavoro di forza con carichi dal 70% al 85% del carico massimale su una singola ripetizione 1RM: con carichi dell’80%-85% del massimale, movimenti veloci ed esplosivi ed un numero basso di ripetizioni non comunque inferiore a 7 risponderanno prevalentemente le fibre IIb bianche, mentre con carichi tra il 70% e il 75% con movimenti a tensione costante e lenti ed un numero di ripetizioni più alto ma non superiore alle 12 ripetizioni risponderanno meglio le fibre intermedie IIa bianche

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

fenotipo delle fibre muscolari

Per ricercare una stimolazione su mitocondri, capillari e sarcoplasma si effettuerà un allenamento con carichi medio bassi, dell’ordine del 60% di 1RM, con movimenti lenti e a tensione continua ed un numero elevato di ripetizioni superiore alle 12 fino anche a 20. La formazione di un maggior numero di miofibrille e mitocondri comporterà naturalmente l’aumento del sarcoplasma

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

percentuali di carico necessarie per l’ipertrofia rispetto a 1RM

Per la ricerca della massima deplezione di ATP e CP, situazione fondamentale per l’ipertrofia in quanto la formazione dei poliribosomi dove avviene la sintesi proteica è favorita dalla carenza e inibita dalla presenza di fosfati, si effettuerà un lavoro che coinvolga principalmente il metabolismo alattacido. Inoltre avverrà una supercompensazione a livello di ritenzione di fosfati, in quanto durante l’esercizio fisico la cellula si trova ad avere una richiesta di ATP da dedicare al lavoro meccanico molto maggiorerispetto che in condizione basale. Oltremodo per ottenere un esaurimento del glicogeno muscolare si andrà ad agire sul metabolismo lattacido, dal momento che a un abbassamento del ph del sangue a causa di un’alta concentrazione di lattato muscolare è associato un aumento dell’ormone della crescita GH, fondamentale per i processi ipertrofici. La grande produzione di acido lattico provoca lesioni a livello della membrana cellulareche stimolano la sintesi proteica. Inoltre, vi sarà anche una supercompensazione a livello delle scorte di glicogeno con una maggiore ritenzione dello stesso e quindi maggior volume muscolare

In ultimo, per stimolare il processo di iperplasia si devono effettuare movimenti lenti in particolar modo sulla fase eccentrica con tensione prolungata. Il movimento contrastato e controllato porta ad una deformazione meccanica della cellula, che influisce positivamente sull’ipertrofia. Il movimento eccentrico causano un notevole danno alla cellula muscolare, con effetti quali la disorganizzazione delle bande Z, tali da portare alla liberazione di fattori di crescitifondamentali per la nascita di nuove fibre a partire dalle cellule satellite. Naturalmente, ai fini di creare uno stress cellulare importante, anche il tempo sotto tensione (time under tension TUT)in fase eccentrica deve essere lungo

Variabili per dell’allenamento per l’ipertrofia

Almeno 5 variabili influiscono su un corretto allenamento per l’ipertrofia. Nel dettaglio:

1. Il numero di serie per ripetizioni e la durata dell’allenamento, che riflettono il “volume dell’allenamento”. E’ difficile quantificare quante serie siano necessarie al raggiungimento dell’esaurimento muscolare, in quanto è parametro legato alla capacità di recupero, alla qualità della massa magra, alla adeguataidratazione e corretto rapporto tra liquidi intra ed extra cellulari, alla dimensione del muscolo, ai dosaggi ormonali, allo stato di infiammazione, alla qualità della nutrizione e ad altri parametri individuali, ed anche alla tipologia di programma allenante scelto. Appare logico quindi che l’intensità dell’allenamento intesa come l’impegno ad eseguire ogni serie, sia inversamente proporzionale al volume. D’altro canto il numero di serie per muscoli grandi sarà maggiore rispetto a muscoli piccoli, e i muscoli degli artinecessiteranno di meno serie rispetto a quelli del tronco, anche perché spesso vengono allenati dopo di essi e quindi hanno già subito una sorta di pre-stancaggio. Il volume è anche influenzato dall’uso o meno di tecniche intensive che stancano il muscolo molto precocemente, e non deve essere comunque eccessivo tale da comportare un tempo di allenamento totale oltre i 60’-70’, durata oltre la quale il livello di ormoni catabolici (cortisolo e catecolamine) si alza notevolmente, situazione che non favorisce il successivo anabolismo muscolare.                                                                                   In linea di massima dalle 4 alle 12 serie per gruppi muscolari grandi e dalle 2 alle 9 serie per gruppi muscolari piccoli, da dosare in maniera soggettiva in base ai parametri sopra elencati, è il volume eseguito. Una analisi corporea tri-compartimentale, che valuti stato di idratazione, corretto rapporto tra liquidi extracellulari e muscoli, stato delle membrane cellulari e qualità della massa magra è di grande aiuto nel valutare il carico allenante sostenibile dal soggetto e le sue capacità di recupero dagli allenamenti

2. Il numero di ripetizioni come è stato precedentemente detto deve essere compreso tra le 7 e 30 ripetizioni, range nel quale vengono stimolati il metabolismo alattacido e lattacido e le componenti vascolari, connettivali e mitocondriali, caratteristiche che concorrono tutte all’ipertrofia muscolare

3. Il tempo di recupero tra le serieè fondamentale ai fini della buona riuscita dell’allenamento e specifico per la componente muscolare che si sta allenando, ed è legato anche alla qualità dell’allenamento ricercata, tipo di ed intensità dell’esercizio svolto, dimensione e predominanza di fibre bianche o rosse del muscoloTempi di recupero compresi tra 2’ e 3’ sono sufficienti per un parziale recupero della capacità neuromuscolare e per la ricarica dei fosfati ATP e CP del metabolismo alattacido e adatti per carichi fino all’80%-85% di 1RM. Per mantener un ambiente a ph acido dato dall’utilizzo del sistema metabolico lattacido e per un veloce esaurimento delle scorte di glicogeno muscolare, recuperi tra 45” e 2’ sono più indicati. Va anche tenuto in considerazione che esercizi base poliarticolari coinvolgendo più muscoli richiedono recuperi più lunghi rispetto a esercizi complementari monoarticolari. Naturalmente una serie portata al cedimento muscolare richiederà un recupero maggiore, comportando un’affaticamento nervoso ed una deplezione dei fosfati maggiore. Un gruppo muscolare grande necessita di un recupero di almeno 90”, mentre uno piccolo può recuperare anche 45”- 60”. In ultima analisi il fatto che un muscolo sia costituito in prevalenza da fibre muscolari bianche IIb permette la scelta di un tempo di pausa più lungo rispetto ad un muscolo di stesse dimensioni prevalentemente costituito da fibre rosse di tipo Ia

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Tempi di recupero necessari per diverse caratteristiche muscolari

4. La frequenza degli allenamenticoncorre al processo di adattamento dell’organismo, dal momento che la risposta compensatoria allo stress allenante avviene solo in seguito ad un adeguato recupero. Va ricordato che la seduta di allenamento è solo uno degli stimoli dal quale si rende necessario un recupero; la normale vita di tutti i giorni, il lavoro, le ore di sonno dormite, lo stile alimentare sono tutti fattori che vanno ad influenzare la capacità di ritornare alla condizione fisica precedente all’allenamento, così come una serie di fattori personali legati a sesso, dosaggi ormonali, età e caratteristiche genetiche. Anche la quantità e la qualità della massa magra influiscono sul recupero, dal momento che i processi infiammatori conseguenti al training vengono gestiti meglio da una massa magra in buone condizioni metaboliche e d’idratazione, così come la predominanza o meno di fibre muscolari bianche determinerà una maggiore richiesta di recupero dal momento che esse si stancano maggiormente delle rosse. Va ricordato che frazionare eccessivamente la scheda aumentando la frequenza degli allenamenti settimanali in palestranon è corretto perché i muscoli non lavorano mai in maniera isolata e quindi si rischia di produrre uno stress allenante eccessivo su muscoli che magari sono stati chiamati in causa il giorno prima, e che comunque fegato e sistema endocrino sono sovraccaricati di lavoro indipendentemente dal gruppo muscolare allenato, situazione che porta sicuramente a catabolismo muscolare e sovrallenamento. Generalmente una frequenza di allenamento corretta è variabile tra 2 e 4 allenamenti a settimana.

Per quanto riguarda la frequenza allenante specifica per ogni singolo muscolo, essa può variare dai 3 allenamenti settimanali per un allenamento total body a bassa intensità e volume specifico volto al principiante, fino a 7-10 giorni per scheda frazionate in 3-4 parti ed allenamenti intensi rivolti ad un avanzato. Necessario anche prevedere una settimana di scarico di volume e/o intensità ogni 2 o 3 settimane di allenamento consecutive.

Personal Trainer Bologna - Sviluppo della massa muscolare e basi dell’ipertrofia

Tempo di recupero necessario tra le serie a seconda della caratteristica muscolare allenata

5. Per quanto riguarda gli esercizi per l’ipertrofia, non si farà distinzione tra esercizi per la massa muscolare e per la definizione, obiettivi che si perseguono con opportuno aggiustamento dell’alimentazione dell’attività aerobica, ma li distingueremo tre esercizi base, poliarticolari, ad escursione articolare limitata e a catena cinetica ampia ed esercizi complementari monoarticolari che tendono ad “isolare” un muscolo. Va ricordato che gli esercizi base quali distensioni in panca piana, squat, stacco, rematore e curl con bilanciere, per via del coinvolgimento di grandi masse muscolari, impegnano la coordinazione motoria e producono una potente stimolazione di tutto l’apparato metabolico, con produzione di ormoni anabolici quali testosterone e ormone della crescita GH fondamentali per i processi di sintesi proteica, e per via del fatto che vengono svolti con il coinvolgimento di più articolazioni sono quelli che meglio si prestano all’utilizzo di grossi carichi di allenamento. Vanno naturalmente adottati compatibilmente con la propria postura, flessibilità e mobilità articolare.                                                                                   Gli esercizi complementari sono maggiormente adatti per la ricerca di una stimolazione di un singolo settore muscolare dal momento che permettono la piena estensione e contrazione nel R.O.M. (range of motion) articolare, meno si adattano a quello che è il reale movimento umano, e apportano un carico sull’articolazione maggiore, e per ciò vanno eseguiti con attenzione e senza l’utilizzo di pesi elevati, con un numero di ripetizione magari più alto, sempre rimanendo in un range adatto per l’ipertrofia; bene si prestano a tecniche di pre-stancaggio eseguiti dopo un esercizio base e per la stimolazione di un muscolo carente all’interno di una catena cinetica più ampia.

Stefano Mosca propone allenamenti finalizzati al dimagrimento, tonificazione, ginnastica posturale,analisi composizione corporea http://stefanomosca.it


SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:

Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo 

lunedì 16 novembre 2015

Perdere peso con le proteine

PROTEINE PER PERDERE GRASSO


Sebbene svariati studi scientifici abbiano dimostrato che una dieta con bassa percentuale di grassi ed alta in carboidrati possa aiutare a perdere peso (PERDERE PESO!), a volte questo risultato è ottenuto a discapito della massa muscolare e non solo del grasso corporeo.

Ovverosia, se noi consumiamo un pasto abbondante in carboidrati, soprattutto se sono quelli sbagliati con un alto indice glicemico (riso raffinato, pane bianco, patate, zucchero) avremo una iperglicemia seguita da un’alta produzione di insulina e successiva ipoglicemia.

D’altro canto le diete povere di carboidrati, creando una situazione di costante ipoglicemia, portano a cali energetici, difficoltà di concentrazione e perdita muscolare ed inducono livelli più alti di cortisolo con effetti ulteriormente catabolici. Tutto ciò comporta una maggiore perdita di peso iniziale, presto seguita da una fase di stallo con successivo recupero del peso (con gli interessi). Quindi sia diete ricche, sia diete povere di carboidrati, non rappresentano la scelta ideale per dimagrire ma è necessario assumere la quantità corretta di carboidrati per mantenere la glicemia costante a livelli medio/bassi e favorire così almeno il consumo dei grassi senza intaccare il proprio patrimonio proteico.

Quando si fa una dieta per dimagrire le proteine devono essere calcolate in base al peso corporeo ed in base al tipo di attività fisica svolta e non devono essere mai abbassate, anzi, semmai aumentate per contrastare il catabolismo proteico e per sfruttare il loro maggior effetto termodinamico, in quanto le proteine per essere utilizzate richiedono da parte dell’organismo un maggior dispendio energetico rispetto a carboidrati e grassi a parità di calorie apportate.

In realtà non è solo una questione di quantità di proteine ma è anche la loro qualità che conta. Per esempio le proteine del siero sono particolarmente ricche di amminoacidi ramificati (leucina, valina, isoleucina) che sono amminoacidi che costituiscono una percentuale molto alta nelle proteine contrattili muscolari, ma sono carenti in fenilalanina e triptofano che sono altri amminoacidi essenziali per la costruzione della moltitudine di proteine di cui necessita l’organismo. Inoltre, gli stessi amminoacidi ramificati presenti nelle proteine del siero, competono a livello di specifici trasportatori, sia a livello intestinale che a livello tissutale, con la fenilalanina ed il triptofano e quindi in assenza di un adeguato apporto di triptofano, ci può essere una ridotta produzione di serotonina con effetti sulla modulazione dell’appetito nei confronti di certi carboidrati. Però, è altrettanto vero che la leucina (un amminoacido ramificato) sopprime direttamente l’appetito alterando due vie metaboliche antagoniste (mtor vs AMPK). Questo effetto è un’esclusività della leucina che è considerato il segnale più importante per valutare lo stato di nutrizione proteica.

Le proteine caseine derivate dal latte essendo digerite in maniera lenta sembrano particolarmente utili per i periodi di digiuno prolungato come ad esempio durante la notte. Le proteine del pesce sono ricche di taurina e glicina e sembra aiutino la perdita di peso promuovendo la lipolisi. Le proteine delle uova hanno livelli elevati di metionina e fenilalanina e grazie soprattutto a quest’ultimo amminoacido sono dotate di un potente effetto di soppressione dell’appetito.

Ebbene da tutto ciò si evince che, in un’ottica di dimagrimento, anche le fonti proteiche devono essere il più possibile varie ed equilibrate e che invece le diete monotematiche (solo pollo o merluzzo) oltre che a possibili carenze in termini di micronutrienti, possono non essere la soluzione ideale per il dimagrimento.

SEGUI PASSIONEPERLOSPORT SU:

Sport come passione e stile di vita

#menùfitness #fitness #paleo #proteica #postworkout #passioneperlosport #light #allenamentomattutino #dietametabolica #metodolafay #pausapranzo #sports #sport #active #fit #nonsimollauncazzo #strengthmatters #trx #rovigo